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Ad maiora semper: significato, origine e valore simbolico

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Tra le frasi latine più eleganti e solenni, ad maiora semper occupa un posto speciale. È una formula che ancora oggi risuona in contesti ufficiali, nei discorsi di incoraggiamento o nei saluti più raffinati. Due sole parole, ma dense di significato: un augurio di crescita, successo e aspirazione verso traguardi sempre più alti.

Usata fin dall’antichità come espressione di buon auspicio, ad maiora semper incarna la tensione umana verso il miglioramento continuo, la ricerca del bene e del progresso, tanto personale quanto collettivo.

Origine e contesto storico

Non si conosce un autore preciso a cui attribuire l’espressione ad maiora semper. Non risulta citata in modo diretto nelle opere di autori latini come Cicerone o Seneca, ma il suo spirito è pienamente coerente con la filosofia morale romana.

Nell’antica Roma, la virtù (virtus) era intesa come perfezionamento costante dell’animo e dell’agire umano. L’idea di “tendere al meglio”, di non accontentarsi dei risultati ottenuti, era centrale nel pensiero stoico e nella visione repubblicana dell’uomo romano. In questo contesto, una formula come ad maiora semper sintetizza perfettamente quell’etica dell’impegno e della crescita che guidava i cittadini e i condottieri dell’Urbe.

Nel corso dei secoli, l’espressione è riemersa in contesti letterari, religiosi e umanistici, fino a diventare una formula augurale moderna, usata in latino per il suo tono solenne e universale.

Analisi grammaticale e sintattica

La forza di ad maiora semper risiede anche nella semplicità e nella precisione del latino che la compone.

  • Ad: preposizione che regge l’accusativo, con valore direzionale, “verso” o “in direzione di”.
  • Maiora: accusativo neutro plurale di maior, comparativo di magnus (“grande”); letteralmente significa “cose più grandi” o “obiettivi più elevati”.
  • Semper: avverbio che significa “sempre”, “in ogni momento”.

Letteralmente, la locuzione si traduce come “verso cose più grandi, sempre” oppure “sempre verso traguardi più alti”. Sintatticamente, è una frase ellittica, cioè priva di verbo espresso, che va sottinteso. L’azione implicita è qualcosa come tendeamus (“tendiamo”) o procedamus (“andiamo avanti”), rendendo il senso completo: Ad maiora semper (tendeamus) – “Procediamo sempre verso cose più grandi”.

Questa omissione del verbo è tipica del latino epigrafico e solenne, dove la brevità conferisce maggiore forza e universalità al messaggio.

Il significato originario e simbolico

Ad maiora semper è, prima di tutto, un augurio di progresso e miglioramento continuo. Nel mondo romano, avrebbe rappresentato il desiderio di crescere in virtù, onore e gloria, valori cardine della cultura civica e militare di Roma.

Nel corso del tempo, la frase ha assunto una dimensione più spirituale e umanistica, diventando sinonimo di aspirazione verso la conoscenza, la saggezza e la realizzazione personale.

In ambito religioso, specialmente cristiano, ad maiora semper è stata interpretata come invito a progredire moralmente e spiritualmente, a guardare sempre “più in alto”, verso Dio e il bene. Nella cultura moderna, invece, è un incoraggiamento laico: un modo elegante per augurare successo, evoluzione e la forza di non fermarsi mai.

L’evoluzione nel tempo

Nel Rinascimento e nell’età moderna, ad maiora semper divenne una formula di saluto accademico e letterario. Gli umanisti la utilizzavano nelle epistole o nelle dediche per esprimere stima e augurio di grandezza a un collega o discepolo.

Oggi, la locuzione mantiene la sua valenza positiva e universale. È comune trovarla in:

  • biglietti di laurea o di congratulazioni, come augurio per nuovi traguardi;
  • discorsi motivazionali, per ispirare coraggio e ambizione;
  • motti scolastici o accademici, come simbolo di educazione e crescita personale;
  • tatuaggi e citazioni personali, a esprimere la volontà di non smettere mai di migliorarsi.

L’interpretazione filosofica

Dal punto di vista filosofico, ad maiora semper racchiude una visione dinamica della vita. Non invita semplicemente a ottenere di più, ma a diventare di più: a sviluppare il proprio potenziale, a perfezionare l’intelletto e l’animo.

È un motto che si accorda con la tradizione aristotelica della phronesis (la saggezza pratica) e con l’ideale stoico della virtus, intesa come tensione costante verso l’eccellenza. In altre parole, ad maiora semper non è un invito alla competizione esterna, ma alla crescita interiore e al miglioramento continuo, una sorta di imperativo morale a non accontentarsi mai del già raggiunto.

Valore stilistico e retorico

Dal punto di vista retorico, la frase colpisce per la sua armonia sonora e simmetrica: due parole brevi, dal ritmo equilibrato e musicale, che si completano perfettamente. L’uso del comparativo maiora e dell’avverbio semper crea un crescendo semantico.

Maiora suggerisce un superamento, un passo avanti rispetto al presente, mentre semper ne fissa la continuità, l’idea che il progresso sia un cammino senza fine. È proprio questa combinazione che rende la locuzione tanto potente: in poche sillabe, esprime il movimento eterno dell’uomo verso la perfezione.