Accesso Medicina, dalla Sapienza parte la rivolta degli studenti
Dalla Sapienza parte la rivolta degli studenti contro il semestre aperto, la nuova modalità di accesso a Medicina introdotta dalla riforma Bernini
Continua a suscitare polemiche la nuova modalità di accesso al corso di laurea in Medicina, introdotta dalla riforma voluta dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Il sistema, che ha abolito il tradizionale test d’ingresso sostituendolo con un semestre aperto (detto anche semestre filtro), è ormai entrato pienamente a regime. Ma dalla Sapienza di Roma si è levata la rivolta degli studenti, che hanno lanciato una petizione indirizzata alla ministra per denunciare criticità e chiedere modifiche.
Dalla Sapienza la rivolta degli studenti contro il nuovo accesso a Medicina
“Un disastro“. Così Leone Piva, rappresentante degli studenti della Sapienza nel Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu) per Sinistra universitaria, ha definito il semestre aperto del corso di laurea in Medicina, che è andato a sostituire il test d’ingresso aprendo l’accesso a tutti gli aspiranti camici bianchi.
Tuttavia, non si tratta di un vero e proprio accesso libero: la selezione è rimandata alla fine del primo semestre. Gli studenti devono frequentare le lezioni di tre materie in università o da remoto alla fine delle quali sono previsti tre esami, uno per ogni insegnamento. Verrà poi stilata una graduatoria nazionale per ogni corso di studio (Medicina, Odontoiatria e Veterinaria) alla quale potranno accedere solo coloro che prenderanno un voto pari o superiore a 18/30 in ciascuna prova. Dalla graduatoria saranno poi selezionati tanti studenti quanti sono i posti disponibili in ogni ateneo.
Come riportato da Roma Today, Piva ha evidenziato che “il semestre filtro non solo non sta funzionando, ma scatena una competizione tossica tra studenti e studentesse“. Per questo, ha rilanciato una nuova petizione che è stata realizzata da alcuni studenti della facoltà di Medicina della Sapienza. L’appello, rivolto alla ministra Anna Maria Bernini, denuncia una serie di difficoltà legata all’organizzazione del semestre filtro.
La nuova petizione contro il semestre aperto a Medicina
Nella petizione, gli studenti hanno parlato di “difficoltà” che non riguardano solo le modalità del semestre aperto stesso, che ha aperto le porte dell’università a numerosi aspiranti medici, costringendo gli atenei a una riorganizzazione della didattica. Secondo gli scriventi, la stessa “definizione giuridica-tecnica” del semestre presenta delle “ambiguità“.
Alla ministra, gli studenti chiedono:
- la divulgazione di una simulazione ufficiale della prova d’esame;
- chiarimenti sulle indicazioni dei Syllabi, i programmi di studio delle tre materie;
- di esplicitare “con precisione” il meccanismo della graduatoria nazionale, che stabilirà chi potrà effettivamente proseguire gli studi in Medicina.
“Restano perplessità anche sulle garanzie della qualità didattica e della tutela del diritto allo studio per gli studenti e le studentesse che o non supereranno il semestre aperto o saranno ricollocati nei corsi affini – si legge ancora nel documento – poiché ad oggi le informazioni in merito a questi casi sono poche e contraddittorie”.
Nella petizione, gli studenti hanno segnalato anche alcune criticità riguardanti le piattaforme utilizzate dalle università nella gestione dei corsi del semestre filtro in sede, “con conseguenze riguardanti la mancata segnalazione delle presenze o con ‘anomalie‘ che finché non vengono risolte vengono calcolate come ore di assenza”.
Questo, “considerata la frequenza obbligatoria alle lezioni che porta ad un’impossibilità di partecipare agli esami in caso di percentuale di presenze insufficiente, aumenta le incertezze e le preoccupazioni degli studenti, aggravate anche dalla divulgazione tardiva della percentuale di presenze necessarie per l’accesso agli esami. Esami che vedono per la prima volta un limite di tentativi a nostro giudizio improprio“, hanno concluso gli studenti della Sapienza nella loro petizione.