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Studenti di Medicina iStock

"Aspiranti medici a 25 anni? Meglio consegnare pizze": è bufera

Una docente di Medicina ha detto agli studenti che è inutile iniziare l'Università a 25 anni, sarebbe meglio consegnare pizze: la denuncia

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Durante il semestre filtro di Medicina, presso l’Università di Bari gli studenti e le studentesse sono rimasti senza parole di fronte ad alcune frasi choc dette da una professoressa, il cui nome non è stato reso noto. Come denunciato dall’associazione studentesca, la docente avrebbe criticato chi si iscrive alla facoltà a 25 anni: meglio consegnare pizze, avrebbe detto, pronunciando anche altre frasi che hanno profondamente offeso e ferito gli aspiranti camici bianchi. L’ateneo ha già risposto alla denuncia dei neo iscritti al corso di laurea.

Aspiranti medici, le frasi choc di una docente

All’Università di Bari alcuni studenti sono rimasti senza parole di fronte a quello che una docente, durante il semestre filtro della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ha detto loro durante una lezione. La prof avrebbe consigliato alla classe di “provare l’ingresso solo con un diploma di liceo classico o scientifico”. Al contrario sarebbe stato inutile anche solo tentare di accedere.

La docente avrebbe anche detto loro “di lasciar perdere se non lo si supera la prima volta, senza neanche provare il secondo tentativo dopo 20 giorni”. Ma non solo: l’insegnante universitaria avrebbe poi aggiunto che “se avesse avuto un figlio che segue il semestre filtro a 25 anni, lo avrebbe piuttosto mandato a consegnare le pizze”.

Queste frasi sarebbero state pronunciate in seguito alla domanda di una studentessa, che a fine lezione avrebbe chiesto dei chiarimenti su una cosa spiegata dalla professoressa. La docente avrebbe iniziato a pronunciare quelle frasi che hanno sconvolto tutti quanti in quell’aula universitaria.

La denuncia dell’associazione studentesca

Gli studenti di Medicina presenti durante la lezione della professoressa hanno denunciato tutto all’associazione studentesca Unione degli universitari di Bari, che ha raccontato l’accaduto sui suoi social. “Cara professoressa, non faremo il suo nome, ma dopo questo scivolone sarebbe meglio riflettere sul fatto che non sono gli studenti a essere sbagliati, ma il sistema ingiusto che lei, in questo modo, ha perpetrato”, ha scritto online l’associazione.

La Repubblica ha anche riportato le parole di Adriano Porfido, membro dell’esecutivo di UDU Bari: “Quello del semestre filtro è un contesto molto delicato: i professori hanno la libertà di fare tutte le considerazioni che ritengono opportune, ma non ci è sembrato corretto nei confronti di chi sta affrontando un percorso completamente nuovo e molto complesso”.

Viste le nuove modalità di accesso a Medicina, Porfido ha aggiunto che “la pressione psicologica è alta, la competitività è più accesa che mai. Gli studenti ci parlano quotidianamente di attacchi di panico, problemi di ansia, mancanza totale di collaborazione tra colleghi e pressione che ricevono dalle famiglie. Quelle parole sono arrivate come un fulmine a ciel sereno, per questo abbiamo voluto portare alla ribalta la questione e rassicurare i ragazzi non solo più piccoli, ma anche di 25, 27, 30 anni, che non sono sbagliati e non sono fuori tempo. Il Governo ha messo in piedi un sistema fallimentare e sono gli studenti a pagarne le conseguenze”.

Uno studente di 19 anni presente durante quel discorso ha riferito che “è stato un momento strano: si è sollevata un bel po’ di indignazione. Io ho amici che provano questo percorso da anni, per molti è più complesso riuscire a maturare le competenze necessarie per superare i test, figuriamoci il semestre filtro”. Lui non sa se le parole della prof possano aver spinto qualcuno a cambiare idea, “ma una cosa è certa: è un percorso che ha una difficoltà oggettiva. C’è tanta pressione emotiva e psicologica e tutti noi stiamo vivendo un forte disagio”.

La risposta ufficiale dell’Università di Bari

Di fronte a questa denuncia, anche l’Università di Bari è intervenuta con una nota ufficiale del rettore Roberto Bellotti: “In merito alla vicenda che ha coinvolto una docente del nostro Ateneo, che, secondo quanto segnalato da una associazione studentesca ad alcuni organi di stampa, avrebbe utilizzato parole inopportune e discriminatorie riguardo alla frequenza del semestre aperto di Medicina, desidero informare che, appena venuta a conoscenza degli articoli, la docente mi ha immediatamente contattato per chiarire. Allo stesso tempo ho ricevuto, già nella mattinata di oggi, una rappresentanza dell’Associazione Studentesca Udu per comprendere meglio i contorni della vicenda”.

Il rettore ha poi sottolineato che “le parole che sono state attribuite alla docente non rappresentano nel modo più assoluto la posizione e il pensiero della docente e della Università. Agli studenti ho voluto ribadire l’impegno mio personale e dell’Università tutta a vigilare affinché in ogni contesto venga utilizzato un linguaggio ampio, inclusivo e rispettoso, che metta sempre al centro la persona e riconosca le identità e le esperienze di ciascuno”.

Bellotti ha poi confermato che la docente ha detto che vuole chiarire e che ha sottolineato “che quanto divulgato non è corrispondente al suo pensiero. Mi ha spiegato che l’episodio è avvenuto durante una chiacchierata informale con alcuni studenti, nella quale, a fronte delle difficoltà manifestate da alcuni di loro, avrebbe voluto incoraggiarli a impegnarsi al massimo per non rimanere indietro nel percorso di studi”.

Il rettore ha, infine, concluso dicendo che “l’impegno dell’Università di Bari rimane quello di continuare a essere luogo di dialogo, ascolto e rispetto“.

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