Circolare contro gli sticker con i prof in chat, il caso a Chieri
Al liceo Monti di Chieri, il dirigente scolastico è intervenuto contro gli scatti di foto in classe e la trasformazione di prof e compagni in sticker
La novità dell’anno scolastico 2025/2026 è che l’uso degli smartphone è stato vietato anche alle scuole superiori. Eppure alcuni studenti continuano a usarlo, magari nelle pause tra una lezione e l’altra. In alcuni casi, le persone ritratte nelle immagini vengono trasformate in stickers. Contro questa pratica è intervenuto il dirigente scolastico di un liceo di Chieri (Torino).
La circolare contro gli sticker con i prof
Al liceo Monti di Chieri, il dirigente scolastico Gianfranco Giusta è intervenuto per contrastare la diffusione di stickers nelle chat che rappresentano immagini dei professori, spesso ripresi in pose imbarazzanti.
In una circolare sono state scritte alcune raccomandazioni e un invito ai ragazzi ricordando che “la scuola è un luogo di rispetto reciproco. Ogni studente è chiamato a contribuire a un ambiente sereno e positivo, evitando gesti che possono mettere in imbarazzo o ferire gli altri”.
Il dirigente scolastico ha spiegato che l’utilizzo degli sticker “si è diffuso negli ultimi tempi. Se usati con creatività e spirito positivo, possono favorire la comunicazione. Tuttavia, è necessario richiamare l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali da tenere sempre presenti”.
“La creazione e la diffusione di sticker con persone senza il loro consenso – ha aggiunto – può ledere la loro dignità. È possibile utilizzarli solo se non ritraggono persone identificabili o se queste hanno espresso un chiaro consenso”.
Per questo motivo è stato imposto un divieto nel liceo Monti di Chieri: “Non è consentito creare sticker che possono ridicolizzare o danneggiare la reputazione di altri membri della comunità scolastica”.
Cosa sono gli sticker e quali sono i rischi
Gli sticker sono immagini digitali, spesso estratte da fotografie di persone, modificate e usate come emoji personalizzate.
In generale sono condivisi nelle chat di gruppo su piattaforme come WhatsApp, Telegram, Facebook e Twitter. Quando vengono usati con leggerezza tra amici, possono sembrare innocui, ma l’uso non autorizzato di immagini di persone può comportare gravi conseguenze.
Gli sticker di solito ritraggono persone con espressioni buffe, immortalate in scatti rubati. Queste immagini, se diffuse senza il consenso del soggetto fotografato, rappresentano violazione della privacy personale, diffusione di contenuti umilianti o denigratori, possibilità di incidenti di cyberbullismo e danni psicologici e reputazionali alle vittime.
L’importanza del rispetto della privacy
La pubblicazione non autorizzata di fotografie di studenti o insegnanti sui social media, integrazioni di immagini in sticker o condivisione di video senza consenso costituisce una violazione della privacy.
La normativa vigente tutela il diritto di ogni individuo di controllare l’uso delle proprie immagini. Già in passato altri istituti scolastici hanno subito sanzioni o azioni legali per la diffusione di contenuti visivi senza autorizzazione.
La diffusione di stickers può alimentare fenomeni di cyberbullismo sia nei confronti degli studenti presi di mira che dei professori. La tutela della privacy è un diritto di ogni individuo, riconosciuto sia dalla legge italiana che europea. In ogni scuola è fondamentale mantenere il rispetto di ogni persona e scoraggiare pratiche che possano ledere questo diritto.
Per questo motivo il dirigente scolastico del liceo di Chieri ha deciso di diffondere la circolare in cui spiega perché gli sticker non vanno diffusi. Per il momento, infatti, non sono stati presi provvedimenti disciplinari. “In caso di comportamenti contrari, la scuola è tenuta ad adottare provvedimenti disciplinari e, se necessario, a segnalare alle famiglie e alle autorità competenti”, ha detto Giusta.