Salta al contenuto
Il ministro Giuseppe Valditara Ansa

Come sarà l'educazione sessuale a scuola: Valditara fa chiarezza

Il ministro dell'Istruzione e del Merito è intervenuto per spiegare come sarà l'educazione sessuale a scuola: Valditara ha deciso di fare chiarezza

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Dopo le polemiche degli ultimi giorni, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto sul Ddl che tratta il delicato tema dell’educazione sessuale a scuola, per fare chiarezza. Molte voci si sono levate contro l’emendamento voluto dalla Lega, che ha di fatto escluso le scuole medie, al pari della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, dalla possibilità di avere insegnamenti di tale tipo in aula. Solamente le superiori potranno organizzare attività dedicate.

Valditara fa chiarezza sull’educazione sessuale a scuola

In un’intervista rilasciata a La Stampa, Giuseppe Valditara ha spiegato meglio cosa prevede il suo Ddl sul consenso informato. La polemica si è scatenata dopo l’approvazione dell’emendamento della Lega, che ha escluso l’educazione sessuale anche alle scuole medie. Per il ministro dell’Istruzione e del Merito si tratta di “strumentalizzazioni infondate. Il centrosinistra fa finta di non comprendere un testo chiarissimo: ‘Fermo restando quanto previsto dalle Indicazioni nazionali…’”.

Nel suo intervento il ministro ha specificato che “nelle nuove Indicazioni nazionali l’educazione sessuale, in senso biologico, è ampiamente prevista. Si affronta l’argomento con apposite lezioni innanzitutto all’interno dei corsi di scienze alle elementari e alle medie. E resta la possibilità, per gli istituti, di organizzare corsi pomeridiani che abbiano come oggetto quei temi previsti all’interno del programma scolastico”.

Per quello che riguarda l’educazione sessuale in senso biologico, Valditara ha specificato che si tratta dello “studio delle differenze sessuali fra maschio e femmina, per esempio, della riproduzione, del concepimento, della procreazione, della pubertà. Si fa anche riferimento alla necessità di conoscere i rischi derivanti dalle malattie sessualmente trasmissibili”.

Valditara ha poi aggiunto che “la norma è chiarissima, ma visto che c’è chi fa finta di non capire e inquina il dibattito con falsità può essere opportuno specificare l’obiettivo della legge: cioè che prima della adolescenza venga vietata la realizzazione di attività didattiche e progettuali afferenti a teorie e concetti relativi all’identità e alla fluidità di genere. Non è un ‘tornare indietro’, è semplicemente la necessità di evitare le strumentalizzazioni”.

Chi potrà tenere a scuola i corsi di educazione sessuale

Il ministro dell’Istruzione del Merito ha poi specificato che per tutelare i “ragazzi è importante che i corsi siano svolti da psicologi, medici, docenti universitari“. Non saranno ammessi interventi da parte di “associazioni improvvisate che hanno solo l’obiettivo di andare nelle scuole a indottrinare, magari pure a pagamento. L’indottrinamento non sarà consentito. Scopo della educazione scolastica è infatti quello di far maturare la consapevolezza, favorire la discussione e l’approfondimento delle tematiche affrontate, non quello di imporre teorie sulla identità di genere”.

In merito alla polemica secondo cui sarebbe importante affrontare determinati temi, anche visti i casi di femminicidio e violenza di genere, Valditara ha ricordato di aver “introdotto l’educazione alle relazioni e all’empatia“, che rappresenterebbe “un passo avanti importanti”. “Nelle nuove Linee guida sull’educazione civica, noi prevediamo espressamente che nelle scuole si insegni l’educazione al rispetto e al contrasto della violenza di genere. Per me è fondamentale che al ruolo educativo della famiglia, che per Costituzione è originario, si aggiunga quello della scuola”.

Le lezioni di educazione al rispetto, alle relazioni e all’empatia saranno tenute dai “docenti, non solo nelle ore di educazione civica ma anche nelle ore disciplinari”. Il ministero ha “incaricato Indire di avviare una specifica formazione degli insegnanti. Aggiungo che i corsi sono già iniziati da settembre 2024. E con ottimi risultati”. In un questionario inviato a giugno scorso e compilato dai docenti, “nel 70% dei casi si è registrato un cambiamento positivo nel comportamento dei ragazzi, con relazioni più corrette e più sane”.

Perché secondo Valditara il consenso informato è importante

Il Ddl di Giuseppe Valditara si concentra sul consenso informato, che è obbligatorio: le famiglie, secondo il ministro, devono essere a conoscenza di queste attività (previste ora solo per la scuola superiore) e devono conoscere temi trattati, materiale didattico utilizzato e competenze di chi andrà a parlare con ragazzi e ragazze.

Secondo Valditara l’obbligo del consenso informato è fondamentale “per evitare che i bambini affrontino tematiche complesse e potenzialmente disorientanti come quelle legate alla identità di genere: non è facilmente comprensibile da un bimbo la teoria secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili”.

Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!