Cos'è l'Alpha School di San Francisco, il futuro dell'educazione?
Cos'è e come funziona l'Alpha School di San Francisco con protagonista l'intelligenza artificiale: può rappresentare il futuro dell'educazione?
Nel cuore di San Francisco, città californiana simbolo dell’innovazione tecnologica, è nata una scuola che sta facendo molto discutere: l’Alpha School. Questa scuola, che copre il ciclo scolastico fino alle medie, propone un modello di insegnamento radicalmente diverso da quello tradizionale. Al centro del suo approccio c’è l’intelligenza artificiale (IA), utilizzata per personalizzare l’apprendimento e monitorare costantemente i progressi degli studenti. L’obiettivo dichiarato è “imparare di più in meno tempo”, attraverso un sistema che riduce le ore dedicate alle materie tradizionali e punta su efficienza, autonomia e sviluppo personale. Ma cos’è esattamente (e come funziona) Alpha School? E può davvero incarnare il futuro dell’educazione?
Come funziona l’Alpha School di San Francisco
L’Alpha School di San Francisco fa dell’IA il perno della propria filosofia educativa. Ogni giornata scolastica prevede solo due ore di studio delle materie tradizionali come storia e matematica e senza insegnanti tradizionali. Lo studio è individuale e avviene sugli schermi utilizzando software basati sull’intelligenza artificiale che si adattano ai ritmi e agli stili di apprendimento specifici di ogni studente.
Il resto della giornata è dedicato a esperienze pratiche per allenare le cosiddette “life skills” (competenze di vita), il lavoro di gruppo e l’alfabetizzazione finanziaria. I docenti tradizionali sono sostituiti da “guide” che accompagnano gli studenti in un processo di apprendimento autodiretto. La classe, dunque, è costantemente supervisionata da un adulto qualificato, che però non è un docente esperto in una determinata materia, ma piuttosto un coach.
L’Alpha School di San Francisco è il futuro dell’educazione?
Il Guardian ha raccolto una serie di riflessioni di esperti in IA e educazione per fare il punto sui metodi di insegnamento dell’Alpha School di San Francisco e, in generale, dell’impiego dell’intelligenza artificiale a scuola.
Emma Pierson, professoressa di informatica alla Università della California Berkeley, ha evidenziato che “ci sono prove che l’IA possa avere applicazioni entusiasmanti nell’educazione, ma in passato abbiamo assistito anche a esperimenti educativi che non hanno funzionato bene per i bambini, soprattutto quelli promossi dal mondo tech”.
Ying Xu, docente di Harvard, ha condotto una ricerca che dimostra che l’apprendimento con l’intelligenza artificiale può portare a risultati molto diversi a seconda della predisposizione individuale. Secondo l’indagine, i bambini più autonomi e sicuri delle proprie capacità sono più propensi a utilizzare l’intelligenza artificiale per migliorare lo studio. Al contrario, quelli meno sicuri sono più propensi a utilizzarla per generare risposte e evitare l’elaborazione autonoma dei contenuti. Ciò significa che uno studente “intrinsecamente meno motivato ad apprendere potrebbe risentirne in quel contesto”, ha affermato Xu. “Proprio come nelle scuole Montessori, il modello non funziona per tutti gli studenti“. Per questo, ha avvertito, “non dovremmo abbandonare l’insegnamento diretto“.
Anche Rose Wang, ricercatrice di OpenAI, ha sollevato dubbi sulla possibilità che un apprendimento esclusivamente basato su app possa essere utile a tutti gli studenti in egual misura, soprattutto perché gli studenti dalla scuola materna alla terza media stanno ancora sviluppando competenze di base. A suo avviso, competenze fondamentali come lettura, scrittura e matematica, saranno estremamente importanti per i bambini che cresceranno nell’era dell’intelligenza artificiale, in quanto garantiranno loro di saper interagire con queste le tecnologie in modo critico ed efficace.
Per capire appieno se il metodo di insegnamento promosso da Alpha School rappresenti davvero il futuro dell’educazione, hanno spiegato gli esperti, è necessario più tempo e, soprattutto, studi approfonditi sul modello. Allo stesso tempo, hanno messo in guardia dal rischio di un’eccessiva regolamentazione della sperimentazione nel contesto scolastico. Secondo loro, questo aspetto è cruciale in un’epoca in cui la tecnologia evolve rapidamente e i giovani devono poter interagire con essa in modo consapevole e significativo.