Crepet e il "dramma" degli smartphone: il racconto sulle balene
Durante uno spettacolo teatrale, il noto psichiatra Paolo Crepet ha proposto un racconto sulle balene per spiegare il "dramma" degli smartphone
Nel corso di uno dei suoi spettacoli teatrali, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha offerto al pubblico un racconto suggestivo e provocatorio che ruota attorno a un’immagine potente: quella delle balene che attraversano l’oceano al largo di Newport. Un racconto che si intreccia con una riflessione su quello che ha definito un “dramma”, rappresentato dagli smartphone. Il suo intervento, a tratti ironico e a tratti malinconico, ha coinvolto il pubblico in un dialogo immaginario che mette a confronto la bellezza dell’esperienza diretta con la superficialità della comunicazione digitale.
Il racconto di Crepet sulle balene (e i telefonini)
“Ma voi andate anche dove non prende lo smartphone?“. Inizia così il racconto sulle balene proposto da Paolo Crepet durante uno spettacolo teatrale, il cui spezzone si è trasformato in un reel pubblicato sul suo profilo Instagram.
Lo psichiatra ha iniziato un dialogo immaginario con un giovane d’oggi, che alla sua domanda risponde: “No, dove non prende no”.
Crepet ha proseguito così il suo confronto con l’ipotetico ragazzo: “Tu hai detto che c’hai una barca a Newport. Anche io quando avevo la tua età andavo a vela a Newport. Perché un po’ di miglia fuori passano le balene, giusto? Sono 20-25 miglia fuori, dove non prende il telefonino. Quindi tu devi scegliere se andare a vedere il passaggio delle balene oppure aspettare che tua zia ti mandi un WhatsApp“.
Con tono ironico e critico, l’esperto ha aperto una riflessione: meglio andare oltre, verso l’ignoto, o restare sotto copertura in attesa di un messaggio WhatsApp?
“Io quelle balene le ho viste, sai? – ha continuato Crepet – C’era la luna e non c’era da temere. Era solo un’enorme quantità di acqua che volava su e poi scendeva. Una cascata che durava un attimo, quelle codone meravigliose. Sarà che noi non c’avevamo il telefonino“.
Quella proposta dal professore è un’immagine che evoca stupore, silenzio, contemplazione. Un momento che resta impresso nella memoria, che ha un peso emotivo e simbolico. E proprio qui si innesta il contrasto con la tecnologia.
Perché per Crepet gli smartphone sono un “dramma”
“Secondo te, rimane più nella testa il passaggio di una balena o il messaggino di un idiota?“, ha chiesto al pubblico, che ha reagito con una risata. “C’è poco da ridere, io sto parlando di una cosa drammatica – ha ribattuto Crepet -. Se non avete capito che questo è un dramma, allora non ci capiamo”.
Da qui, lo psichiatra ha lanciato il suo appello: “Non scordatevi delle balene, non scordatevi della cannella, non scordatevi di andare a prendere un caffè per chiacchierare. Non possiamo chiudere tutto questo, ma è quello che abbiamo fatto“, ha concluso con amarezza.
Gli smartphone, secondo Crepet, non sono solo strumenti tecnologici, ma sono soprattutto distrazioni e anestetici emotivi che ci allontanano dalla realtà, dalle relazioni, dalla bellezza. E il vero “dramma”, a suo avviso, è che stiamo accettando tutto questo senza opporre resistenza. Il suo discorso non è una crociata contro la tecnologia, ma un invito a scegliere, ogni tanto, di andare “dove non prende il telefonino”. Per vedere le balene, per ascoltare il silenzio, per ricordare cosa significa essere davvero presenti.