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Il ministro Giuseppe Valditara Ansa

Educazione sessuale a scuola, cos'è il consenso informato

In seguito alle polemiche sull'educazione sessuale vietata anche alle medie, il ministro Valditara ha spiegato meglio cos'è il consenso informato

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

La polemica sull’educazione sessuale vietata anche alle scuole medie non accenna a fermarsi. Più voci si sono levate contro l’approvazione dell’emendamento presentato dalla Lega al Ddl di Giuseppe Valditara: il ministro stesso è dovuto intervenire per fare chiarezza sulle novità apportate al testo dedicato all’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola, spiegando anche che cosa si intende con “consenso informato“.

Cosa prevede la riforma di Valditara sul consenso informato

Giuseppe Valditara è intervenuto con una nota pubblicata sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito, per replicare a un articolo del Corriere della Sera del 18 ottobre, a firma di Carlo Verdelli e dal titolo “L’educazione sessuale. Il passo indietro nelle scuole”.

Spiegando che ci sono stati dei fraintendimenti in merito alle novità introdotte del suo Ddl sull’educazione sessuale a scuola che ha sollevato molte polemiche, il ministro ha sottolineato che “la legge sul consenso informato ha piuttosto lo scopo di non creare confusione nei bambini insegnando le cosiddette teorie gender, cioè teorie secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili”.

Valditara ha citato l’articolo 30 della Costituzione che “attribuisce innanzitutto ai genitori il compito di educare i figli“. La sua squadra di lavoro al Governo ritiene “giusto che siano i genitori di minori a decidere se far frequentare ai figli adolescenti lezioni sulla identità di genere dopo aver avuto adeguate informazioni sul contenuto dei corsi. In questo caso non sarà più possibile per associazioni ideologizzate far propaganda, spesso retribuita dai contribuenti, nelle scuole: le lezioni dovranno essere affidate a professionisti seri: psicologi, medici, docenti universitari”.

In questo suo intervento il titolare del dicastero di viale Trastevere ha ribadito che “la riforma del consenso informato rappresenta un passo avanti nella cultura del rispetto e non certo ‘un passo indietro'”.

Valditara fa chiarezza sull’educazione sessuale a scuola

In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro dell’Istruzione e del Merito ha deciso di intervenire per fare chiarezza sul suo Ddl sul consenso informato. Valditara ha parlato di “strumentalizzazioni infondate. Il centrosinistra fa finta di non comprendere un testo chiarissimo: ‘Fermo restando quanto previsto dalle Indicazioni nazionali…’”, facendo riferimento alle polemiche sorte dopo l’approvazione dell’emendamento della Lega.

Valditara ha ricordato che “nelle nuove Indicazioni nazionali l’educazione sessuale, in senso biologico, è ampiamente prevista. Si affronta l’argomento con apposite lezioni innanzitutto all’interno dei corsi di scienze alle elementari e alle medie. E resta la possibilità, per gli istituti, di organizzare corsi pomeridiani che abbiano come oggetto quei temi previsti all’interno del programma scolastico”.

Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito la “norma è chiarissima, ma visto che c’è chi fa finta di non capire e inquina il dibattito con falsità può essere opportuno specificare l’obiettivo della legge: cioè che prima della adolescenza venga vietata la realizzazione di attività didattiche e progettuali afferenti a teorie e concetti relativi all’identità e alla fluidità di genere. Non è un ‘tornare indietro’, è semplicemente la necessità di evitare le strumentalizzazioni”.

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