Famiglie a rischio povertà (anche per le spese scolastiche)
Il rapporto Acli segnala che le voci che concorrono al rischio povertà sono per casa, lavoro e spese d'istruzione ed extrascolastiche per i figli
L’inflazione, la crisi economica, i salari bassi sono tutti elementi che stanno incidendo sull’aumento dei nuclei familiari con difficoltà ad arrivare a fine mese. Ma quali sono le voci di spesa che incidono maggiormente sul rischio povertà delle famiglie? Un rapporto delle Acli lombarde ha indicato che a pesare di più sul bilancio sono i costi per la casa, il lavoro e le spese di istruzione ed extrascolastiche per i figli.
Il rapporto sui costi d’istruzione
Il terzo Rapporto Over (Osservatorio Vulnerabilità e Resilienza) delle Acli lombarde, insieme all’Istituto Ricerca Sociale, Caf Acli e Federazione Pensionati Acli Lombardia, per il terzo anno consecutivo ha fatto una fotografia aggiornata dei livelli di benessere (abitativo, professionale ed economico) dei cittadini lombardi.
Secondo la ricerca, casa, lavoro e spese di istruzione ed extrascolastiche per i figli sono le tre principali voci critiche per il campione di quasi 500.000 famiglie lombarde prese in analisi.
Dallo studio è emerso che le famiglie monogenitore sono quelle più vulnerabili al rischio povertà, seguite dalle coppie con figli.
Secondo Martino Troncatti, presidente di Acli Lombardia, l’analisi “convalida un trend negativo emerso già tre anni fa a partire dall’allargamento della forbice sociale: oggi il 20% della popolazione più ricca guadagna sei volte più del 20% della popolazione più povera”.
I dati variano in base alla provincia di residenza, per esempio in media, rispetto all’anno scorso, l’aumento delle spese per il mutuo o per l’affitto è del 33%, ma a Milano sfiora il 50%.
A crescere sono però anche i costi per l’istruzione e lo sport dei figli, saliti del 7%, con il 25% delle famiglie lombarde che ha rinunciato a iscrivere i piccoli a una qualsiasi attività extrascolastica, che si tratti di musica, sport o dello studio di una lingua straniera.
Molti genitori faticano anche a pagare la mensa e sono aumentate del 6% anche le spese per le cure mediche. I dati emergono da un sondaggio online che ha coinvolto oltre 23.000 cittadini e cittadine, incrociato all’analisi delle oltre 440.000 dichiarazioni fiscali elaborate dai Caf Acli.
Il caro scuola nel 2025
Riguardo alle spese scolastiche, il caro scuola è un dato di fatto. A inizio settembre Federconsumatori ha parlato di una spesa media per l’anno scolastico 2025-2026 di 658,20 euro per ciascun alunno, l’1,7% in più sul 2024.
Il rapporto di Federconsumatori ha preso in esame i prodotti necessari al corredo scolastico venduti sia presso le catene della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), sia da esercizi commerciali al dettaglio, come le cartolibrerie, e sui portali online.
Secondo l’associazione dei consumatori, a salire sono stati soprattutto i costi relativi allo zaino. I listini lievitano sui prodotti di marca che nel caso di una cartella arrivano fino a 137 euro. Gli astucci griffati variano da un costo di 27 euro fino a 37 euro. Vanno poi aggiunti i set di matite che oscillano tra i 7,99 e i 9,98 euro mentre un quaderno può arrivare a 2 euro a pezzo.
La voce più consistente resta comunque quella per i libri di testo di nuova edizione, anche se in leggera diminuzione in confronto al 2024. Secondo l’Osservatorio, ogni studente spende in media 537 euro per testi obbligatori e 2 dizionari, una variazione in negativo rispetto a dodici mesi fa che sfiora la doppia cifra (-9,2%).
La frenata dei prezzi coinvolge prevalentemente i manuali utilizzati nella scuola secondaria di secondo grado a cui si è contrapposto un incremento nelle medie.
I dati Aie sui libri scolastici
Anche l’Associazione Italiana Editori (Aie) ha analizzato l’andamento dei prezzi dei libri scolastici.
Nello studio Aie si è tenuto conto dei dati forniti dagli editori e delle adozioni deliberate dai consigli di classe. L’analisi ha evidenziato che la spesa media per i libri scolastici si aggira, per le scuole statali secondarie di primo grado, sui 190 euro l’anno.
Sul fronte delle scuole secondarie di secondo grado, invece, si va dai 279 euro l’anno per i licei ai 167 per gli istituti professionali, passando per i 241 euro degli istituti tecnici. L’Aie stima un incremento dei prezzi in un anno tra 1,7% e 1,8% di pari passo con l’inflazione che secondo i dati preliminari Istat a luglio 2025 non è andata oltre l’1,7%.