IA a scuola, per i docenti cambia il 60% delle competenze
L'intelligenza artificiale manterrà centrale e fondamentale il ruolo dei prof, ma andrà a cambiare le competenze richieste ai docenti in classe
L’intelligenza artificiale ormai fa parte delle nostre vite. In ogni ambito ha rivoluzionato, più o meno in grande, le modalità di lavoro e non mancano polemiche sul suo utilizzo non consono o sul suo abuso. A scuola cosa succeder? Secondo un’inchiesta, l’IA andrà a influenzare moltissimo l’istruzione e l’educazione: in particolare l’intelligenza artificiale cambierà di molto le competenze richieste agli insegnanti.
L’intelligenza artificiale cambierà le competenze dei prof
Si intitola “La professione docente nella scuola di domani” l’indagine realizzata da Ey in collaborazione con Sanoma Italia. Cosa ha svelato questo studio predittivo, presentato il 4 novembre 2025 in occasione del convegno “Le competenze dei docenti nell’era dell’IA: il nuovo paradigma dell’istruzione” all’EY Wavespace Roma e alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e aziendale?
Dallo studio è emerso che è giunto il momento di ripensare la scuola, in seguito ai grandi cambiamenti che l’intelligenza artificiale sta portando con sé. Secondo quanto riferito dai ricercatori, entro il 2035 il 60% delle competenze richieste ai docenti italiani verrà modificato dall’impatto dell’IA, della digitalizzazione e dell’evoluzione delle metodologie didattiche. Solamente il 36% delle competenze rimarrà stabile.
L’incidenza dell’IA, inoltre, sarà diversa a seconda del grado della scuola dove i docenti insegneranno e anche dell’area disciplinare di interesse: ad esempio nella scuola dell’infanzia il 39% delle competenze sarà stabile, mentre nelle secondarie di I e II grado l’evoluzione sarà differente per settore disciplinare, con un impatto più pesante nell’area umanistica.
Carlo Chiattelli, People Consulting Leader di EY Italia, ha detto, come riferito da LInkiesta: “Se usati in modo efficace, l’IA e le nuove tecnologie applicate alla didattica consentiranno ai docenti di dedicare più tempo alla cura dell’aspetto umano e relazionale dell’insegnamento”.
In quale modo l’IA andrà a modificare l’insegnamento
L’analisi ha evidenziato tre direttrici fondamentali che andranno a delineare questa particolare evoluzione portata avanti dall’intelligenza artificiale. “L’integrazione di agenti intelligenti e strumenti digitali avanzati permetterà di automatizzare attività standardizzate, pur mantenendo centrale il ruolo del docente nelle scelte pedagogiche e nel percorso educativo degli studenti”, hanno spiegato i ricercatori, aggiungendo che “in parallelo le competenze relazionali, adattive ed emotive, diventeranno determinanti nell’esperienza didattica delle nuove generazioni, abituate alle interazioni digitali ma bisognose di connessioni umane autentiche”.
Lo studio ha anche sottolineato che nei prossimi anni “la didattica si orienterà verso modelli personalizzati e data-driven, con l’uso di piattaforme interattive e strumenti di monitoraggio in tempo reale che richiederanno nuove abilità in ambito data literacy e progettazione digitale”.
Gli autori di questo studio predittivo hanno evidenziato che tale cambiamento epocale, però, “si inserisce in un quadro in cui il mismatch tra competenze scolastiche degli studenti e richieste del mercato del lavoro ha raggiunto in Italia il 47%, superando la media Ocse del 40,9%, e rendendo fondamentale un ripensamento sistemico della formazione docente”.
Dall’indagine condotta è emerso che il ruolo del docente rimarrà centrale e verrà rafforzato dall’IA: l’integrazione digitale sarà un mezzo di sostegno e aiuto per i professori, in particolare per le attività ripetitive e burocratiche. Così potranno avere più tempo ed energie da dedicare all’aspetto sociale ed educativo della classe.
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