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Il nuovo allarme di Crepet sui giovani: "Violenza sbalorditiva"

Paolo Crepet ha lanciato un nuovo allarme sui pericoli del web per i giovani parlando di "violenza sbalorditiva": a cosa si riferisce lo psichiatra

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Violenza sbalorditiva”. Con queste parole Paolo Crepet ha lanciato un nuovo allarme sui rischi del web per i giovani. Ma qual è il fenomeno che preoccupa maggiormente il noto psichiatra e sociologo?

L’allarme di Crepet sui pericoli del web per i giovani: “Violenza sbalorditiva”

Paolo Crepet è intervenuto nella puntata del 23 ottobre de L’aria che tira, il programma di La7 condotto da David Parenzo, durante un dibattito sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. L’argomento è tornato al centro delle polemiche dopo l’approvazione dell’emendamento della Lega che ne vieta l’introduzione fino alle medie.

Nel corso della trasmissione, Parenzo ha citato alcuni dati significativi sull’uso del web da parte degli adolescenti, tra cui un’indagine dell’Agcom: il 94% dei 6 milioni di minori italiani tra gli 8 e i 16 anni possiede uno smartphone, ma solo 1,2 milioni di questi dispositivi sono sottoposti a parental control. Inoltre, ha evidenziato come i minori possano accedere con facilità ai contenuti per adulti.

“È nella natura stessa dei social. I social sono nati per essere facilitati e facilitanti, ubiquitari. Poi naturalmente sono arrivati i contenuti”, ha commentato Paolo Crepet.

Lo psichiatra ha poi aggiunto: “C’è una parte che è ancora più sconvolgente, che è tutta la parte che riguarda gli ‘aiuti’ ai ragazzi e alle ragazze in difficoltà per estremizzare i loro gesti. Sono casi ovviamente molto minori, ma la cui violenza è sbalorditiva. Solo a vederli fa accapponare la pelle“. L’esperto ha fatto qui riferimento ai casi di istigazione al suicidio online.

“Come si argina questo fenomeno? Non ne ho la più pallida idea”, ha concluso con sconforto Crepet.

Cos’ha detto Crepet sui rischi dei social per i giovani

Non è la prima volta che Paolo Crepet mette in guardia contro i pericoli della rete per i giovani. In diverse occasioni, ha definito i social “macchine infernali” e “moltiplicatori di violenza incredibili”, sottolineando come contribuiscano a generare una “solitudine bestiale” che li rende “a-social“.

Nella puntata dell’1 marzo di In Altre Parole, il programma condotto da Massimo Gramellini su La7, Crepet ha approfondito il tema, soffermandosi sul rapporto tra social media e intimità. Secondo il professore, il problema principale è che i social offrono uno spazio in cui si tende a esporre la propria sfera più personale, senza alcun filtro. Per lui, la condivisione online dovrebbe rispettare un confine ben preciso, “un limite” che riguarda la sfera più intima della persona.

I social hanno un passe-partout – ha osservato Crepet -. Sembra che possano entrare ovunque nella nostra vita, perché la nostra vita è un cassetto aperto”. Ma proprio questa apertura totale rappresenta, a suo avviso, un rischio concreto. È fondamentale, ha spiegato, conservare “almeno un cassetto chiuso”, uno spazio personale e inviolabile che definisce la nostra “identità profonda”.

Quando invece si spalanca quel cassetto “come se fosse una scatola di sardine e lo si offre al pubblico – ha proseguito –, c’è chi se ne ciba ridendo, compiacendosene, e chi ti odierà”.

Secondo l’esperto, quando l’identità più intima viene esposta senza filtri sui social, il sé rischia di diventare una merce, parte di un vero e proprio “mercato delle anime”, con conseguenze dolorose sia per chi si espone sia per chi ne è spettatore: “Fa male a chi lo fa e, naturalmente, enormemente male a chi lo riceve”, ha concluso Paolo Crepet.