La profezia di Paolo Crepet: perché "gli intelligenti spariranno"
Perché secondo Paolo Crepet "gli intelligenti spariranno": la profezia sul futuro dell'intelligenza umana lanciata dallo psichiatra e sociologo
Paolo Crepet, da anni impegnato nell’analisi dei cambiamenti antropologici e culturali, ha lanciato una nuova profezia: “Gli intelligenti spariranno“. L’affermazione del noto psichiatra e sociologo richiama l’attenzione su tendenze sociali che mettono a rischio il pieno utilizzo dell’intelligenza umana. In questo articolo esploreremo il contesto di questa visione pessimistica, l’allarme che Crepet ha lanciato in relazione ai social e all’intelligenza artificiale (IA), e le sue osservazioni sui giovani e gli adulti contemporanei.
- Crepet e la sua profezia: "Gli intelligenti andranno sparendo"
- L'allarme di Paolo Crepet su social e IA
- Cos'ha detto Crepet sui giovani d'oggi (e sugli adulti)
Crepet e la sua profezia: “Gli intelligenti andranno sparendo”
“Faccio il profeta e le dico che presto il concetto di quoziente intellettivo sarà superato”. A parlare è Paolo Crepet, che in un’intervista a Ticinonline ha espresso la sua preoccupazione sul futuro del pensiero.
Secondo lo psichiatra, l’idea stessa del quoziente intellettivo (QI) presto diventerà “obsoleta” e si troverà un altro modo per misurare l’intelligenza umana, uno strumento “più adatto alla poca intelligenza dell’uomo contemporaneo“, ha affermato.
La nuova modalità di misurazione dell’intelligenza “non si baserà più sulle capacità di sintesi e di memorizzazione” perché “sono parametri che vanno eliminati per non far apparire tutti come stupidi“, ha aggiunto il professore. A suo avviso, la delega crescente alla tecnologia, in particolare all’intelligenza artificiale, sta progressivamente atrofizzando le funzioni mentali che un tempo definivano l’intelligenza umana.
La progressiva diminuzione del valore accordato alle competenze cognitive tradizionali, per l’esperto, rende l’“intelligente” una figura in estinzione: “Andranno sparendo gli intelligenti, quindi bisognerà adattare lo strumento che ne rileva l’intelletto“.
L’allarme di Paolo Crepet su social e IA
Crepet individua nei social media e nell’intelligenza artificiale i principali responsabili di questa regressione cognitiva. Internet ha fatto da “apripista”, ha detto lo psichiatra, ma sono stati i social a modificare profondamente il nostro modo di comunicare e di pensare.
Secondo il sociologo, questi strumenti hanno generato un cambiamento antropologico profondo, alimentando dinamiche di aggressività, conformismo e superficialità. L’intelligenza artificiale ha amplificato ulteriormente il fenomeno, offrendo risposte preconfezionate a milioni di persone che si affidano a software anche per questioni morali e psicologiche.
È l’“erotismo della delega”, ha detto Crepet, dove più fanno gli altri – o le macchine – meno facciamo noi. Così “la vita si trasforma in un enorme scaffale di un supermercato, dove trovi qualsiasi cosa senza doverla più scoprire”. E questo, per il professore, è “devastante” e “molto pericoloso“.
Cos’ha detto Crepet sui giovani d’oggi (e sugli adulti)
Crepet riserva una critica anche alle nuove generazioni. “Oggi quando si parla di giovani si parla sempre di disagio. Ma questa generazione, almeno quella occidentale, ha tanti motivi per essere contentissima“, ha affermato, parlando della possibilità di viaggiare a basso costo, di lavorare da remoto, di ereditare case, di godere di contratti più flessibili. “Non mi pare che desiderino altro. E i genitori lasciano fare loro ciò che vogliono“, ha aggiunto.
A suo avviso, questa condizione non è altro che una “gabbia” costruita dagli adulti, che, pur arredandola di tutti i comfort, resta comunque “un recinto” dal quale “io scapperei“, ha dichiarato l’esperto. Crepet ha così invitato i giovani a ribellarsi, a uscire dal perimetro della comodità, a ritrovare curiosità, indipendenza, originalità.
Quanto agli adulti, li considera complici del fenomeno: “Il cambiamento può arrivare, ma non dagli adulti. Loro sono i complici di questa idiozia“, ha concluso Crepet.
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