Liceo per fare gli infermieri senza laurea: la proposta è un caso
Polemica sulla proposta del senatore Massimo Garavaglia di istituire un liceo per diventare infermieri senza laurea: la reazione dei professionisti
Sta facendo molto discutere la proposta del senatore leghista Massimo Garavaglia sull’istituzione di un liceo per diventare infermieri senza laurea. L’obiettivo sarebbe quello di contrastare la carenza di infermieri in Italia offrendo un percorso formativo più breve. L’idea ha subito incontrato la ferma opposizione delle principali società scientifiche infermieristiche italiane, che hanno espresso “profonda preoccupazione” per le implicazioni di una simile riforma.
- La proposta di Garavaglia per diventare infermieri senza laurea
- Polemica sulla proposta di liceo per diventare infermieri senza laurea
La proposta di Garavaglia per diventare infermieri senza laurea
“La laurea in infermieristica non è abbastanza attraente: abbiamo meno candidati rispetto ai posti disponibili“, ha affermato Massimo Garavaglia in un’intervista al Quotidiano Sanità. Secondo il senatore, il problema della carenza di infermieri in Italia sarebbe da attribuire alla struttura del percorso formativo infermieristico.
“Lo dico in modo politicamente scorretto – ha proseguito -: se formiamo gli infermieri con un percorso quasi pari a quello dei medici, è ovvio che molti preferiranno diventare medici, anche per una questione di stipendi”.
Da qui la sua proposta: “Istituire un liceo infermieristico abilitante, che consenta di iniziare a lavorare come ‘assistente infermiere’ subito dopo il diploma“. Dopo di che, “chi vorrà potrà specializzarsi diventando una figura super qualificata, con mansioni e retribuzione adeguate”, ha precisato Garavaglia.
“Preferisco formare i nostri professionisti fin dal liceo, piuttosto che dover ricorrere a personale straniero che non conosce il nostro sistema sanitario e fatica persino a leggere un bugiardino in italiano”, ha concluso Garavaglia.
Polemica sulla proposta di liceo per diventare infermieri senza laurea
La reazione dei professionisti non si è fatta attendere. Le società scientifiche infermieristiche italiane (Aniarti, Sidmi, Aico, Sian, Ivas, Anote-Anigea, Anipio, Accademia scienze infermieristiche, Animo, Aiiao) hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta alle istituzioni e alla cittadinanza manifestando la loro “profonda preoccupazione” per la proposta del senatore Garavaglia.
“Tale visione, pur forse animata dall’intento di rispondere rapidamente alla carenza di personale, rischia di compromettere la qualità dell’assistenza e di svilire un patrimonio di competenze costruito in decenni di evoluzione professionale, scientifica e accademica“, si legge nella lettera.
Secondo le società, ridurre o semplificare il percorso formativo per diventare infermieri “significherebbe arretrare sul piano della tutela dei cittadini e del riconoscimento di una professione che oggi costituisce la spina dorsale del Servizio sanitario nazionale”. A loro avviso, la formazione universitaria infermieristica è una “garanzia di sicurezza, competenza e qualità delle cure“.
Nella lettera si sottolinea che il problema della carenza degli infermieri non risiede nella durata degli studi, bensì nelle “condizioni di lavoro spesso difficili, retribuzioni non adeguate alla complessità delle responsabilità e mancanza di reali percorsi di carriera“. È su questi aspetti che, per le associazioni scriventi, le politiche sanitarie dovrebbero “intervenire con urgenza”, investendo sulla valorizzazione delle competenze, la ricerca e le specializzazioni.
Gli infermieri operano quotidianamente in contesti complessi, prendono decisioni cliniche importanti e gestiscono tecnologie avanzate. Pensare di sostituire questo livello di professionalità con figure formate a scuola invece che in università “significherebbe mettere a rischio la salute pubblica e disconoscere il valore della scienza infermieristica“, hanno aggiunto le società scientifiche nel loro appello. “L’Italia ha bisogno di più infermieri, ma soprattutto di infermieri pienamente formati, valorizzati e rispettati”, hanno concluso.
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