Maturità, la riforma è legge: arriva una "svolta importante"
Con l'approvazione definitiva della Camera, la riforma della Maturità è legge: perché il ministro Valditara l'ha definita una "svolta importante"
La Camera ha dato il via libera definitivo alla riforma dell’esame di Stato, che torna a chiamarsi Maturità. La legge, oltre a introdurre una serie di cambiamenti per l’esame finale del secondo ciclo di istruzione, tocca vari ambiti del comparto Istruzione. Novità per quanto riguarda la filiera del 4+2, le gite scolastiche, la Carta del Docente e tutele per il personale scolastico. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha parlato di una “svolta importante“.
- La riforma della Maturità è legge
- Come cambia l'esame di Maturità con la riforma
- Cos'altro prevede la riforma della Maturità
- Il commento del ministro Valditara: "Svolta importante"
La riforma della Maturità è legge
Dopo il via libera del Senato, il 28 ottobre la Camera ha approvato in via definitiva la riforma della Maturità con 138 voti favorevoli, 91 contrari e 9 astenuti. Adesso si attende la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale per l’entrata in vigore.
L’esame finale delle superiori, dunque, dal 2026 non sarà più come in passato. Con la nuova riforma, in primo luogo, non si chiamerà più esame di Stato ma esame di Maturità, che “verifica i livelli di apprendimento conseguiti da ciascun candidato in relazione alle conoscenze, alle abilità e alle competenze specifiche di ogni indirizzo di studio”, si legge nel testo della legge.
L’esame, prosegue il documento, “valuta il grado di maturazione personale, di autonomia e di responsabilità acquisito al termine del percorso di studio, anche tenuto conto dell’impegno dimostrato nell’ambito scolastico e in altre attività coerenti con il medesimo percorso di studio, in una prospettiva di sviluppo integrale della persona“.
Con la riforma, la Maturità “assume altresì una funzione orientativa, finalizzata a sostenere scelte consapevoli in ordine al proseguimento degli studi a livello terziario ovvero all’inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni”.
Come cambia l’esame di Maturità con la riforma
Resta l’impianto a tre prove ma, mentre la prima e la seconda prova (gli scritti) rimangono invariate, l’orale cambia profondamente, assumendo un ruolo centrale. Il colloquio non verterà più su tutte le materie, ma solo su quattro discipline di indirizzo, individuate ogni anno, entro gennaio, tramite decreto ministeriale.
L’orale comprenderà anche la valutazione delle competenze maturate nell’ambito dell’educazione civica e della partecipazione alle attività di formazione scuola-lavoro (ex PCTO).
Il colloquio, inoltre, diventa obbligatorio, nel senso che non sarà più consentito fare scena muta volontaria, come avevano fatto per protesta alcuni studenti alla Maturità 2025. Non rispondere alle domande della commissione in sede di colloquio comporterà la bocciatura del candidato.
La commissione esaminatrice non sarà più formata da sette membri ma da cinque. C’è sempre un presidente, ma i commissari passano da sei a quattro (due esterni e due interni). I commissari saranno tenuti a seguire una formazione specifica.
Passando al voto della Maturità, la commissione può integrare il punteggio (bonus) fino a un massimo di 3 punti, ma solo se il candidato ha ottenuto almeno 90 punti (invece dei precedenti 97 punti).
Cos’altro prevede la riforma della Maturità
Il provvedimento segna un cambiamento profondo non solo per l’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, ma per l’intero sistema scolastico.
La riforma prevede che si venga incontro agli studenti che decidono di cambiare indirizzo nei primi due anni delle superiori, eliminando la necessità dell’esame integrativo.
Inoltre, nella legge si fa riferimento anche al compito di cittadinanza (elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale) assegnato a chi ha ottenuto 6 in condotta nello scrutinio finale. Il provvedimento specifica che il compito dovrà essere discusso dallo studente “in sede
di accertamento del recupero delle carenze formative”, previsto a settembre come esame di recupero.
Tra le altre novità introdotte, ce n’è una che riguarda la filiera tecnologico-professionale “4+2”, che consente di ottenere il diploma in 4 anni e proseguire la formazione nei percorsi Its Academy. Da sperimentazione, con la riforma il modello diventa ordinamentale.
Con il provvedimento, viene estesa l’assicurazione sanitaria integrativa ai docenti e al personale Ata con contratto in scadenza al 30 giugno. Previste risorse anche per il rinnovo del contratto Scuola e per l’incremento del Fondo per la formazione dei docenti e del personale ATA.
Inoltre, la Carta del Docente viene estesa anche ai precari con contratto fino al 30 giugno e al personale educativo. Il bonus potrà essere utilizzato anche per acquistare titoli di viaggio. L’acquisto di hardware e software è consentito solo in occasione della prima erogazione dell’incentivo e, successivamente, con cadenza quadriennale.
Novità anche per le gite scolastiche. Nei viaggi di istruzione sarà obbligatorio l’utilizzo di autobus dotati di frenata assistita e conducenti qualificati. Infine, sono previsti fondi per l’edilizia scolastica e per il programma Agenda Sud, pensato per contrastare la dispersione scolastica e ridurre i divari negli apprendimenti nelle aree del Mezzogiorno.
Il commento del ministro Valditara: “Svolta importante”
“Si tratta di una svolta importante“, ha commentato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
“Con questa riforma ridiamo senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti, riaffermando i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale. Per questo, dal prossimo anno non sarà più possibile boicottare la prova orale: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato. L’orale si concentrerà su quattro materie scelte a gennaio di ogni anno, e la valutazione finale terrà conto anche dell’impegno del candidato in attività extrascolastiche particolarmente meritorie”.
Valditara ha proseguito: “Questa legge non si limita a rinnovare l’Esame, ma guarda all’intero sistema educativo, con il passaggio della filiera tecnologico-professionale del 4+2 da sperimentale a ordinamentale. Ogni giovane potrà contare su un’istruzione tecnica e professionale di 4 anni con programmi fortemente innovativi e un rapporto più stretto con il mondo delle imprese e del lavoro“.
E ancora: “Con questa legge diamo anche più soldi in busta paga ai docenti, più risorse per Agenda Sud, rafforziamo la sicurezza delle scuole, potenziamo la formazione dei docenti e fissiamo paletti più stringenti per i servizi di trasporto delle gite”.
La riforma “è un ulteriore passo avanti verso una scuola che mette al centro la persona dello studente e ne accompagna la crescita con serietà e competenza”, ha concluso il ministro Valditara.
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