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Niente gite, una regola blocca tutto: quali scuole si salvano

C'è una regola che sta bloccando l'organizzazione dei viaggi d'istruzione nelle scuole italiane: in quali istituti le gite sono salve (e in quali no)

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Le gite scolastiche sono da sempre uno dei momenti più attesi dagli studenti. Tuttavia, una nuova regola burocratica rischia di bloccare l’organizzazione dei viaggi di istruzione in molte scuole italiane. Il problema nasce da un cambiamento normativo che ha introdotto vincoli più stringenti nella gestione delle spese per le uscite didattiche. Mentre alcune scuole riescono a salvarsi, altre restano ferme in attesa di soluzioni.

Qual è la regola che sta bloccando le gite scolastiche

L’organizzazione delle gite scolastiche è ferma in molte scuole italiane non per mancanza di iniziativa, ma a causa di un ostacolo burocratico che sta rallentando tutto.

Il problema si è presentato anche l’anno scorso dopo la revisione del Codice degli appalti. Con la nuova normativa, gli istituti scolastici devono gestire i viaggi d’istruzione che superano una certa soglia di spesa attraverso un vero e proprio appalto pubblico. Questo però implica procedure lunghe e complesse alle quali numerosi istituti non possono far fronte, soprattutto per mancanza di personale qualificato.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha così incaricato gli Uffici scolastici regionali di gestire le nuove procedure, prevedendo anche il potenziamento del personale. Come evidenziato da Open, il problema nasce dal fatto che questi uffici non sono ancora pienamente operativi per svolgere questa funzione: il personale è in fase di selezione o formazione, mentre la piattaforma digitale Consip, pensata per semplificare l’organizzazione dei viaggi, non sarà attiva prima del 2026.

Nell’anno scolastico 2024-2025, le gite sono state salvate da una deroga concessa dall’Anac che, però, è scaduta lo scorso 31 maggio. Al momento, dunque, gli istituti non possono più gestire autonomamente i viaggi di istruzione che superano una certa soglia economica. Di conseguenza, molte scuole si trovano bloccate proprio nel periodo in cui dovrebbero pianificare viaggi, stage e scambi culturali.

Quali scuole si salvano dal “blocco gite”

Le scuole che si salvano dal “blocco gite” sono quelle che organizzano viaggi di istruzione che costano meno di 221mila euro. Prima la cifra di riferimento era 143mila euro, ma in una nota di ottobre, l’Anac ha specificato che, essendo le scuole “amministrazioni subcentrali”, la soglia da considerare è ben più alta, ed è pari a 221mila euro.

Fino a 221mila euro, dunque, gli istituti possono procedere autonomamente nella pianificazione della gita, trattando direttamente con le agenzie di viaggio. Al contrario, se si supera questa soglia, sono tenute a ricorrere alla procedura di gara per l’affidamento dell’organizzazione del viaggio.

Nonostante l’Anac abbia precisato che la soglia è molto più alta di quella pensata inizialmente, la criticità resta. “Molte scuole superano comunque i 221mila euro e per loro non c’è soluzione: si ritrovano costrette a rivolgersi a stazioni appaltanti qualificata”, ha evidenziato la vicepresidente dell’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche (Anqap), Alfonsina Montefusco. Questi istituti, dunque, al momento non possono pianificare i viaggi di istruzione.

Le richieste di Anqap e Cgil per sbloccare le gite

Di fronte a questa situazione, l’Anqap e la Flc Cgil hanno avanzato le loro proposte per sbloccare la pianificazione delle gite scolastiche per l’anno scolastico in corso.

“Noi chiediamo di riconoscere la specificità delle istituzioni scolastiche, considerando ogni viaggio come un progetto didattico autonomo, oppure di prevedere un regime derogatorio che consenta alle scuole di gestire autonomamente i viaggi”, ha affermato Montefusco dell’Anqap.

Secondo Anna Maria Santoro della Flc Cgil, “durante questi mesi di transizione fino al 2026, le scuole devono poter continuare a programmare i viaggi secondo il regime derogatorio vigente fino al 31 maggio 2025″. Solo in questo modo, ha aggiunto la sindacalista, “sarà possibile garantire la continuità delle attività didattiche. Altrimenti la situazione resta quella di ora con viaggi di istruzione bloccati in tante scuole“, ha concluso Santoro.

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