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Chat di classe dei genitori iStock

Novara contro i gruppi WhatsApp dei genitori: effetti negativi

Il pedagogista Daniele Novara ha criticato su Facebook i gruppi WhatsApp dei genitori svelando i possibili effetti negativi di queste chat

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Quando la scuola inizia, ogni famiglia sa che verrà coinvolta in una chat di classe. Questi gruppi su WhatsApp dovrebbero servire per tenere i genitori aggiornati, per confrontarsi, per darsi una mano. Molto spesso si trasformano in veri e propri incubi. Anche il pedagogista Daniele Novara su Facebook è intervenuto scagliandosi contro i gruppi WhatsApp dei genitori: gli effetti negativi, se la tecnologia viene usata male, sono sotto gli occhi di tutti e possono compromettere la serenità di bambini e ragazzi a scuola.

Il pedagogista Novara critica le chat dei genitori su WhatsApp

Daniele Novara, fondatore della prima scuola senza voti a Piacenza, in un post pubblicato su Facebook ha esordito sottolineando che le chat dei genitori sembrano “quasi un obbligo”. Infatti, “all’inizio dell’anno scolastico, i genitori si organizzano creando un gruppo WhatsApp“.

L’esperto ha spiegato che “l’idea nasce dall’esigenza di disporre di comunicazioni molto veloci nella relazione fra scuola e genitori e fra i genitori stessi“. Grazie alle nuove tecnologie si possono “accelerare tutta una serie di processi comunicativi che una volta risultavano lenti e complicati”. Novara, però, mette in guardia, perché quello di cui abbiamo bisogno è “una gestione adeguata e costruire delle regole più chiare di quelle attuali”.

Daniele Novara (artefice anche della Scuola Genitori) ha spiegato, nel suo intervento su Facebook, che “la tecnologia è bella finché usata con intelligenza, con misura, con una finalità di servizio”. In tutti gli altri casi può diventare pericolosa, dannosa e può avere effetti negativi non indifferenti, spesso trascurati o sottovalutati.

Quali sono gli effetti negativi delle chat di classe secondo Novara

Il pedagogista piacentino ha sottolineato che la tecnologia può avere ripercussioni gravi sulla scuola. “Quando diventa, come accade in molti gruppi WhatsApp, lo sfogatoio di lamentazioni di ogni tipo, ecco che anche la scuola subisce dei contraccolpi molto seri e la relazione con i genitori rischia di incrinarsi pesantemente sfociando in forme letteralmente da cortile, da bar, da pollaio”.

Secondo Novara sarebbe opportuno “mettere regole chiare. Per esempio, i problemi scolastici non si affrontano sui social ma con il personale che si occupa dei bambini e delle bambine; prima di urlare «Al lupo! Al lupo!», meglio informarsi, fare domande”. L’esperto in pedagogia trova estremamente “dannoso usare le nuove forme di sharing tecnologico per scaricare rabbie, tensioni, frustrazioni, rancori di ogni tipo”.

I danni di un uso scriteriato di questa tecnologia può avere conseguenze anche molto importanti sulla crescita personale e scolastica di bambini e ragazzi: “L’equivoco generato da queste comunicazioni può influire sul clima della scuola stessa, con gravi ripercussioni sui bambini già stressati da genitori sempre più in difficoltà nel gestirne l’educazione”, ha spiegato Daniele Novara, che spesso ha lamentato anche l’atteggiamento troppo da “amici” che molti genitori hanno con i loro figli.

La scuola non deve diventare la piazza virtuale di un social: la sua finalità educativa va garantita, anche resistendo all’invasione di una tecnologia che spesso porta i genitori a dare il peggio di sé”, ha concluso il pedagogista nel suo intervento su Facebook.

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