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bernini ANSA

Occupazioni all'università, Bernini: "Borse di studio a rischio"

"Troppe occupazioni nelle università", ha detto la ministra Anna Maria Bernini lanciando l'allarme sulle borse di studio: la lettera ai rettori

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Fin dall’inizio del nuovo anno accademico, numerose università italiane sono state teatro di manifestazioni studentesche a sostegno della causa palestinese e della Global Sumud Flotilla. A fronte di queste mobilitazioni, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha espresso preoccupazione per il rischio che tali azioni possano compromettere il regolare svolgimento delle attività accademiche e, in particolare, la continuità delle borse di studio. “Troppe occupazioni”, ha dichiarato Bernini, che ha anche inviato una lettera alla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui).

Bernini avverte: “Troppe occupazioni, borse di studio a rischio”

“Un nuovo ’68? Non faccio paragoni storici. Ma le occupazioni sono troppe e stanno negando un diritto fondamentale: quello allo studio“. Così, come riportato da Open, la ministra Anna Maria Bernini è intervenuta nel dibattito nazionale sulle manifestazioni nelle università a sostegno del popolo palestinese e della Global Sumud Flotilla.

Bernini ha evidenziato come il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) stia ricevendo numerose segnalazioni da parte di ricercatori e dottorandi, impossibilitati a ricevere il pagamento delle borse di studio: “Stiamo ricevendo lettere da ricercatori e dottorandi, richieste di aiuto perché non riescono più ad aver pagate le borse di studio, siamo al paradosso”, ha dichiarato la ministra.

Pur ribadendo il diritto degli studenti a manifestare liberamente, la ministra ha sottolineato che l’università deve restare un luogo di insegnamento, studio e lavoro: “L’Università è un luogo dove si può manifestare liberamente, ma dove si deve insegnare, studiare e lavorare”.

Da parte sua, il Mur ha precisato che non intende ricorrere alle forze dell’ordine per porre fine alle occupazioni: “Nessuna militarizzazione degli atenei”. Ma ha evidenziato che l’obiettivo primario resta quello di “rispettare il diritto allo studio per tutti gli studenti“.

Perché Bernini ha inviato una lettera ai rettori delle università

A seguito delle proteste, Bernini ha deciso di inviare una lettera ufficiale alla Conferenza dei rettori delle università italiane, chiedendo un intervento “fermo e tempestivo” per riportare alla piena operatività gli atenei coinvolti dalle mobilitazioni studentesche. L’iniziativa, presentata con il titolo “Liberiamo le Università”, mira a ristabilire un equilibrio tra il diritto alla manifestazione e la necessità di garantire la continuità delle attività accademiche.

Nella missiva, la ministra richiama il ruolo delle università come “presidi fondamentali di promozione della pace e della democrazia”, e invita i rettori ad assumersi la responsabilità di garantire un ambiente di confronto libero, ma non polarizzato. “Le Università rappresentano luoghi di formazione, conoscenza e confronto libero e aperto che non possono essere subalterne a influenze polarizzanti”, si legge nel testo.

La lettera prosegue con un appello diretto alle rettrici e ai rettori: “Si invitano le Rettrici e i Rettori a impiegare ogni mezzo per garantire un equilibrato contemperamento fra l’esigenza primaria di tutelare la libertà di manifestazione del pensiero e il diritto, parimenti fondamentale, di tutte le studentesse e di tutti gli studenti a proseguire regolarmente le proprie attività di studio accedendo liberamente agli spazi universitari”.

La comunicazione della ministra alla Crui si chiude con un richiamo alla responsabilità istituzionale: “Si confida nella piena collaborazione della Conferenza dei Rettori”.

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