Paolo Crepet e l'elogio del 2 a scuola: perché è "meraviglioso"
Alla Leopolda, Paolo Crepet ha tessuto l'elogio del 2 a scuola: perché prenderlo in un'interrogazione è "meraviglioso" secondo lo psichiatra
Paolo Crepet è stato ospite della tredicesima edizione della Leopolda, la convention ideata dal senatore Matteo Renzi che si è svolta a Firenze dal 3 al 5 ottobre. Nel suo intervento, lo psichiatra e sociologo ha parlato anche della valutazione a scuola, tessendo l’elogio del voto più temuto dagli studenti: il 2. Per lui, prendere 2 in un’interrogazione o in un compito in classe è “meraviglioso“. In un’epoca in cui la scuola è spesso vissuta come una corsa al rendimento e alla perfezione, il suo discorso invita a ribaltare la prospettiva e a riscoprire il valore dell’errore, della fatica e della valutazione come strumento di consapevolezza. Per Crepet, il 2 non è una condanna, ma un’occasione.
- Perché per Crepet prendere 2 a scuola è “una cosa meravigliosa"
- Cos’ha detto Crepet sulla valutazione a scuola
- Perché Crepet ha citato Sinner parlando di valutazione
Perché per Crepet prendere 2 a scuola è “una cosa meravigliosa”
“Gli insegnanti mi danno 2, che è una cosa meravigliosa, è una cosa così sexy”, ha dichiarato Paolo Crepet nel suo dialogo con Matteo Renzi e il pubblico della Leopolda. Il voto basso non è sinonimo di fallimento, ma è “una cosa liberatoria“, ha aggiunto, sottolineando come l’insuccesso possa aprire spazi di scoperta e di relazione.
Crepet ha raccontato di essere stato “moltissime volte cacciato fuori dalla classe”, e di aver fatto amicizia con il bidello, scoprendo un mondo alternativo, ricco di umanità e di esperienze.
“Ma è logico, non è una battuta: se stai fuori vedi dentro – ha proseguito -. È come il provinciale che con le scarpe di fango deve andare alla Scala. Porti rispetto, non dormi la notte prima”. In lui “c’è un rispetto, una gentilezza che dobbiamo imparare tutti. Ecco perché i ragazzi devono essere anche fuori da una classe”, ha specificato. D’altra parte, ha spiegato, “quando incontri una persona speciale nella vita” si parla di “fuori classe”.
Cos’ha detto Crepet sulla valutazione a scuola
Nel suo discorso, Crepet ha difeso con forza il valore della valutazione, ma ne ha proposto una lettura radicalmente diversa da quella tradizionale. “Certo che sono per la valutazione“, ha detto portando come esempio la sua esperienza personale: “Perché adesso non mi state sentendo, ma io potrei anche farmela sotto. Eh, scusate, ma è un bell’impegno dire delle cose che tra un’ora ve le ricordate ancora”.
Il professore ha proseguito: “Quando mi dicono ‘quella cosa era meglio se la dicevi’ o ‘hai sbagliato il tono’ è una valutazione di me. E perché dovrei avere paura della valutazione?”. E ha specificato: “La valutazione non è cercare consenso, è una cosa diversa. È una cosa molto diversa”.
Rivolgendosi ai giovani ha aggiunto: “Vivete nella cultura digitale che è basata sulla valutazione. Andate in una pizzeria e dopo scrivete che è una porcata, che è la peggio pizza della città. La valutate o no? E se siete su Instagram, care ragazze, non valutate? E chi è che ha inventato le app per fare il collo a cigno, le spalle da nuotatrice, queste cose qui chi è che le ha inventate? Non certo io. E allora vuol dire che volete cercare la valutazione quella più facile, quella senza sudore“.
Perché Crepet ha citato Sinner parlando di valutazione
In un mondo dominato dai like, dalle recensioni online e dai filtri di Instagram, lo psichiatra ha invitato i giovani a distinguere tra la valutazione autentica, che nasce dallo sforzo e dall’impegno, e quella superficiale, che premia l’apparenza. “Fatevi svalutare quando avete sudato, quando vi siete sforzati a fare una cosa per bene, e poi amen”, ha dichiarato Crepet.
Infine, ha citato il tennista Jannik Sinner: “Io penso che domani o dopodomani torna Sinner – che era impegnato negli Shanghai Masters – e sarà imbestialito. E perché? Perché ha perso. Se non avesse perso non vincerebbe mai”, ha evidenziato il professore.
Secondo Paolo Crepet, la sconfitta, come il 2 a scuola, è parte integrante del percorso di crescita. Solo chi perde può imparare, migliorare e vincere davvero.