Perché non bisogna impedire ai bimbi di perdere (per Crepet)
In un'intervista in televisione, lo psichiatra Paolo Crepet ha spiegato perché non bisogna impedire ai bimbi di perdere: ecco cos'ha detto l'esperto
Spesso si cerca in tutti i modi di evitare che i bambini si confrontino con sentimenti come la frustrazione e il fallimento. Ma secondo Paolo Crepet, questo approccio non li aiuta a crescere. Il noto psichiatra ha spiegato perché è fondamentale sperimentare la sconfitta fin da piccoli, e dunque perché non bisogna impedire ai bimbi di perdere.
Cos’ha detto Crepet sull’importanza del gioco e di perdere
Durante la puntata dell’11 ottobre del programma In altre parole su La7, Paolo Crepet ha spiegato che vietare il gioco ai bambini significa privarli della possibilità di perdere, e quindi di crescere. “Dire non giocate vuol dire impedire a un bambino o a una bambina di perdere. Perché quando giochi, perdi”, ha affermato.
Il gioco è una palestra emotiva: si vince, si perde, si cade, ci si rialza: “Se giochi a tiro alla fune, una volta o l’altra cadi per terra. E questo è fondamentale, è miracoloso”.
Per Crepet, la frustrazione non è un nemico da evitare, ma un passaggio necessario per la maturazione. “Se ti tolgo questa possibilità, ti tolgo la crescita che deve essere sulla frustrazione”, ha spiegato.
In questo senso, il gioco diventa uno strumento educativo potentissimo, perché insegna ai bambini a gestire l’insuccesso, a sviluppare resilienza e a costruire l’autostima.
“Ecco perché io sono per la valutazione a scuola“, ha aggiunto. I voti, soprattutto quelli bassi, a suo avviso devono essere visti come un’occasione di consapevolezza e di crescita.
“Prendere 2 (a scuola) è una cosa meravigliosa, è una cosa molto sexy“, ha proseguito Crepet, condividendo un’esperienza personale: “Io ho preso anche 1 in matematica. Il professore mi consegnò il compito, mi aveva messo 1. Lo dissi a mio padre e rispose: ‘Straordinario'”.
Perché prendere 2 a scuola è “una cosa meravigliosa” (per Crepet)
Nel suo intervento alla Leopolda 2025, la convention di Matteo Renzi che si è tenuta a Firenze dal 3 al 5 ottobre, Crepet ha spiegato perché prendere 2 in un compito in classe o in una interrogazione “è una cosa meravigliosa”. Per lui, il voto basso non è sinonimo di fallimento, ma “una cosa liberatoria” che può aprire spazi di scoperta, conoscenza e nuove consapevolezze.
In quell’occasione, lo psichiatra ha raccontato che quando era uno studente è stato “moltissime volte cacciato fuori dalla sua classe”. Ma questo, per esempio, gli ha permesso di conoscere il bidello, che gli ha fatto scoprire un mondo diverso dal suo. “Ma è logico, non è una battuta: se stai fuori vedi dentro“, ha evidenziato. D’altra parte, ha aggiunto, “quando incontri una persona speciale nella vita” si parla di “fuori classe”.
Infine, Crepet ha citato il tennista Jannik Sinner: “Io penso che domani o dopodomani torna Sinner – che era impegnato negli Shanghai Masters – e sarà imbestialito. E perché? Perché ha perso. Se non avesse perso non vincerebbe mai”, ha sottolineato il professore.
Secondo Crepet, anche una sconfitta o un 2 a scuola sono un tassello prezioso nel cammino della crescita. Perdere non è un fallimento, ma l’inizio di un percorso che insegna a capire, a migliorare e, infine, a vincere davvero.
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