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Il professore e divulgatore scientifico Roberto Burioni Ipa

Prof Roberto Burioni dice basta, l'annuncio a sorpresa sull'addio

Per il professor Burioni è arrivato il momento dell'addio: sui social il docente e dottore ha lasciato tutti senza parole per la decisione presa

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Il professor Roberto Burioni ha detto basta: il docente, con un annuncio a sorpresa che ha spiazzato tutti i suoi follower su Facebook, ha deciso di dare a tutti quanti il suo addio. Secondo il dottore è venuto il momento, infatti, di spostare altrove la sua attività divulgativa. Burioni ha anche spiegato quali sono le motivazioni che lo hanno spinto a compiere questa scelta importante.

Il professor Roberto Burioni dice addio ai social

Con un lungo post su Facebook, Roberto Burioni ha ripercorso la sua avventura come divulgatore scientifico online: “Dieci anni fa, mentre ero a La Jolla a insegnare insieme alla mia famiglia, cominciava la mia avventura sui social, con dei post su Facebook riguardanti i vaccini dell’infanzia e si apriva una parte della mia vita che, da professore ordinario del San Raffaele, non potevo certo immaginare”.

A distanza di tempo da quell’esordio sui social, però, la situazione oggi appare molto diversa: “Il mondo è cambiato, è arrivata e fortunatamente passata una pandemia, la scienza ha fatto passi da gigante, ma anche l’ignoranza non è rimasta ferma (basta guardare chi è il ministro della Sanità negli USA)”.

Il professore Burioni ha confessato ai suoi follower che per lui “è arrivato il momento di cambiare”. Lascerà i social “tradizionali”, per trasferire altrove la sua attività divulgativa.

Perché Burioni ha deciso di abbandonare Facebook

L’insegnante universitario ha ritenuto doveroso spiegare le motivazioni della sua scelta. “Quello che scrivo qui può essere utilizzato gratuitamente per addestrare piattaforme di intelligenza artificiale, che 10 anni fa non c’erano. Sono disposto a impiegare gratuitamente il mio tempo e la mia competenza acquisita con faticoso studio per informare i cittadini, ma non per fare arricchire ulteriormente qualcuno già ricchissimo”, ha spiegato il docente.

Burioni si è anche reso conto che i social sfruttano i suoi post “in maniera non uniforme. Mi spiego meglio: alcuni miei post ricevono una notevolissima diffusione, altri no. Quindi i proprietari dei social hanno una agenda e la perseguono, sfruttando quello che io scrivo. Anche in questo caso, va bene divulgare, ma non ho intenzione di contribuire a un’agenda a me sconosciuta“, ha precisato il docente.

Lui capisce profondamente chi apprezza i suoi scritti, ma “dopo 10 anni sono stanco di essere utilizzato come sputacchiera. Molti di voi dicono ‘non ragioniam di lor ma guarda e passa”, ma a parte che se avessi adottato questo principio non avrei neanche cominciato, gli insulti, le minacce e tutto il resto rimangono e anche se io passo le guardano i miei studenti, i miei colleghi, i miei amici, pure mia figlia di 14 anni e a un certo punto bisogna dire basta”.

Gli hater si sono moltiplicati sulla sua pagina e lui non è più disposto a sottostare a queste offese: “Tra l’altro insulti con il danno e con la beffa, visto che i giornali e i programmi tv che li cavalcano amplificandoli vendono copie e fanno audience guadagnandoci, mentre a me rimangono solo le offese che devo incassare gratuitamente. Come vi ho detto più volte perseguire chi insulta per via legale non è praticamente fattibile e a un certo punto bisogna smettere di prestarsi a punching ball dei somari maleducati”.

Dove continuerà a fare attività divulgativa Roberto Burioni

Ovviamente Roberto Burioni non smetterà di fare divulgazione scientifica: si sposterà su Substack, dove i suoi contenuti saranno a pagamento. “Così chi vuole sputare dovrà lasciare in ogni caso un numero di carta di credito. La quota mensile sarà irrisoria (sto cercando di capire come fare per non dovere pagare io, perché ci sono dei costi fissi sulle transazioni, penso che sarà meno di 2 euro) e non mi arricchirà certamente: servirà per ora a tenere lontani quelli che non sono interessati”.

La pagina Facebook rimarrà aperta, ma solo come vetrina per dare informazioni sui contenuti pubblicati: per leggerli bisognerà, però, cambiare piattaforma. “Siccome penso che Facebook non sarà contento di vedere dirottato del traffico su un altro sito, ho la sensazione che i miei post non ve li farà vedere con particolare entusiasmo: vedete voi come fare”. Lui ha deciso di darsi sei mesi di prova e un numero minimo di abbonati per capire se il progetto funziona.

La sua divulgazione continuerà anche in tv, a Che Tempo Che Fa, ma anche su altri canali, ad esempio con gli editoriali scritti per La Repubblica e attraverso i suoi libri.

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