Prof Schettini lancia l'allarme: "Non fatelo, si diventa idioti"
Vincenzo Schettini, il celebre prof de 'La fisica che ci piace', lancia un nuovo allarme e mette in guardia i giovani: "Non fatelo, si diventa idioti"
Vincenzo Schettini, il celebre prof de ‘La fisica che ci piace’, ha lanciato un nuovo allarme sui giovani, ammonendoli così: “Non fatelo, si diventa idioti“. Ma a cosa si riferisce l’insegnante? E qual è il suo consiglio-appello rivolto alle nuove generazioni?
- L'allarme di Schettini sui giovani e i social: "Non fatelo, si diventa idioti"
- Il messaggio di prof Schettini ai giovani: "Arrivate con le vostre gambe"
- Perché ai giovani serve una "disintossicazione digitale" per Schettini
L’allarme di Schettini sui giovani e i social: “Non fatelo, si diventa idioti”
Si intitola “I social, una droga. Ragazzi salvatevi” il nuovo video pubblicato su Instagram dal prof Vincenzo Schettini. Nel suo contenuto, il docente ha cercato di spiegare ai suoi giovani follower perché è importante non passare troppo tempo sui social e, in generale, sullo smartphone.
“Non rimanete a guardare TikTok, lo fanno apposta perché vi devono tenere dentro lì, vi devono tenere intrappolati lì per guardare quelle cose – ha detto -. Si diventa degli idioti a stare sei ore a non fare nulla su un cellulare: questa è la verità“.
I cellulari, sui quali molto spesso i giovani trascorrono più ore al giorno, secondo l’insegnante distraggono dal vivere una vita autentica. Invece, la vita va “guardata in faccia” perché “è meravigliosa” e “vi dà un sacco di possibilità”, ha affermato.
Sventolando in aria il suo smartphone, ha proseguito: “Guardatelo dicendo: ‘Sì sì, ma adesso ho da fare. Ti metto in tasca, perché adesso devo ascoltare la professoressa fare lezione, devo ascoltare il professore insegnarmi pianoforte, devo andare a farmi una nuotata”.
Il messaggio di prof Schettini ai giovani: “Arrivate con le vostre gambe”
Dopo queste considerazioni, prof Schettini ha lanciato il suo messaggio ai giovani: “Noi adulti abbiamo dato e stiamo dando. Voi dovete dare ancora. Voi vi prenderete cura dei vostri figli, però dovete arrivare qua – ha detto alzando il braccio tracciando un livello superiore con la mano -. E noi qui vi vogliamo preparati, determinati, pronti ad affrontare il futuro“.
I risultati, nella vita, si raggiungono piano piano con il proprio impegno: “Dovete arrivare qua con le vostre gambe: arrivate, ragazzi, con le gambe vostre – ha ribadito -. Perché se arrivate con le gambe vostre, sentirete la soddisfazione di aver fatto qualcosa“, ha concluso.
Perché ai giovani serve una “disintossicazione digitale” per Schettini
In un’intervista rilasciata ad agosto a Fanpage.it, Vincenzo Schettini ha detto che “ai giovani serve una disintossicazione digitale” perché lo smartphone è diventato “una schiavitù”.
Il professore ha osservato che il cellulare “ormai fa parte della nostra vita”. In questo contesto, anche gli adulti dovrebbero impegnarsi a farne un uso meno massiccio. Ma ha precisato che “il problema vero” sono i bambini: “Crescere con lo smartphone in mano è devastante. È una dipendenza da videogiochi, da connessione continua”, ha aggiunto.
Parlando del divieto degli smartphone a scuola, che ha diviso l’opinione pubblica, ha sottolineato che “nessuno identifica mai con precisione l’età giusta per iniziare ad avvicinare i ragazzi agli strumenti digitali in modo consapevole”.
Inoltre, ha raccontato che sono numerosi gli escamotage messi in atto dagli studenti per aggirare il divieto. Perché, ha ribadito assimilando l’uso del cellulare alla droga, “è una vera ‘dose’ digitale quella che si fanno“.
Schettini ha infine evidenziato che questo processo di “disintossicazione digitale” deve partire dal contesto familiare più che dalla scuola: “Non puoi disintossicare 30 ragazzi in classe se sono abituati a usare il cellulare 6 ore al giorno. Questo lavoro va fatto a casa, con l’educazione. Io non voglio dire ai genitori cosa devono fare, ma possiamo almeno aprire una riflessione. Serve la stessa consapevolezza che hai quando compri un motorino a tuo figlio”, ha concluso il docente.
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