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Giovani ragazzi navigano online iStock

Quante ore trascorrono online i ragazzi italiani: indagine Moige

Un'indagine Moige ha svelato quante ore i ragazzi trascorrono online, spiegando anche quali sono i rischi della rete per i più giovani

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

C’è una domanda che spesso genitori e altri adulti di riferimento per i giovani, come gli insegnanti, si pongono: quante ore trascorrono online i ragazzi? Una risposta arriva dall’ultima indagine del Moige (Movimento Italiano Genitori), che ha svelato quali sono i comportamenti dei giovani quando usano il telefono cellulare per navigare in rete e usare i social network. L’inchiesta ha anche proposto un focus specifico sui possibili rischi a cui vanno incontro, consapevolmente o inconsapevolmente.

Il tempo trascorso dai ragazzi italiani online

La nuova indagine Moige è stata condotta su ragazzi con età compresa tra gli 11 e i 18 anni: i dati sono stati raccolti a metà 2025, coinvolgendo 1.546 studenti delle scuole medie e delle superiori. Secondo quanto emerso, più della metà dei ragazzi italiani (55%) trascorre più di tre ore al giorno online al di fuori della scuola, mentre il 14% supera le cinque ore quotidiane.

Lo smartphone è il principale strumento di connessione (93%), seguito a larga distanza da laptop e tablet. Il 43% dei ragazzi viene richiamato dalla famiglia per l’uso eccessivo dei dispositivi, mentre solo il 22% è in grado di non usare telefoni o altri device senza provare ansia.

Solo il 45% dei genitori impone regole sull’uso dei dispositivi, ma il controllo diminuisce con l’aumentare dell’età dei figli.

Qual è il principale luogo di socializzazione dei giovani

Il principale luogo di socializzazione dei ragazzi italiani sono i social network, frequentati con regolarità dal 94% degli intervistati. Al primo posto per utilizzo c’è WhatsApp (87%), seguito da TikTok (58%), Instagram (57%) e YouTube (55%). Il 64% si definisce molto o abbastanza attivo sui social, mentre il 63% usa sempre o spesso la vera identità.

Solo il 17% dei ragazzi facenti parte del campione, però, ha un canale o un account dove pubblica regolarmente video: chi produce contenuti attivi rimane una minoranza. La maggior parte dei giovani, dunque, è solo fruitore dei contenuti pubblicati da altri. Inoltre, il 91% afferma di avere più amici nel mondo reale rispetto alle amicizie coltivate online.

Quali sono i rischi della rete per i ragazzi

Sono tanti i rischi a cui vanno incontro i ragazzi usando i social network. Il 30%, ad esempio, accetta richieste di amicizia da sconosciuti, mentre il 23% ha incontrato di persona chi aveva conosciuto online (nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 17 anni si raggiunge il picco del 31%). I giovani non condividono dati sensibili: lo fa solo il 5%.

Tra gli altri rischi, c’è anche la scarsa capacità di comprendere l’attendibilità di ciò che si vede online: secondo il 32% quello che viene pubblicato è sempre attendibile, mentre il 52% verifica sempre le notizie. Il 48%, però, ammette di aver creduto almeno una volta a una fake news. Per i ragazzi le fonti principali di informazione sono la famiglia e gli adulti di riferimento (34%), la televisione (25%) e il web/social (23%). Il 5% usa solo la rete. Il 70%, poi, ammette di saper riconoscere bene il deepfake.

Un altro problema crescente è quello del cyberbullismo: il 7% afferma di esserne stato vittima e il 16% di aver assistito ad alcuni episodi. Un quarto dei giovani è stato coinvolto, in modo diretto o no, in episodi di violenza online. Il 29% ha subito o assistito a comportamenti discriminatori e violenti come pettegolezzi, insulti, hate speech, mentre il 36% afferma che questi fenomeni sono sporadici. Il 12% confessa di intervenire per difendere le vittime e il 5% chiede aiuto a un adulto: il 7%, invece, non agisce. Il 73% è comunque a conoscenza delle conseguenze legali legate a tali eventi.

L’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle nuove generazioni

Infine, l’indagine ha svelato anche il rapporto tra giovani e intelligenza artificiale: il 51% la usa regolarmente (tra gli studenti delle scuole superiori la percentuale arriva al 71%). Il 29% la usa sempre o spesso per fare i compiti, ma il numero di giovani tra i 15 e i 17 anni che la sfrutta in tal senso è più alto (54%). Solo il 21% dei ragazzi ha avuto una formazione su rischi e opportunità, mentre il 33% ha avuto informazioni sbagliate.

Il divario informativo che ne emerge svela che i giovani sono potenzialmente a rischio per quello che riguarda l’utilizzo dell’AI.

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