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Quanti diplomati alla Maturità si iscrivono all'università iStock

Quanti diplomati alla Maturità si iscrivono poi all'università

I dati della Classifica Censis delle università italiane mostrano una crescita delle immatricolazioni, ma nella scelta della sede pesa il caro affitti

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Sono stati pubblicati i dati della Classifica Censis delle università italiane. L’edizione 2025 mostra come le immatricolazioni negli atenei del Paese continuino a crescere. Riguardo all’ambito d’interesse resta forte l’alta formazione. Ma sulla scelta della sede in cui iscriversi pesa la componente dell’affitto da pagare per i fuori sede. Questa sarebbe una delle cause del boom d’iscrizioni negli atenei del Centro mentre calano nel Nord Ovest.

I dati sulle immatricolazioni all’università

In 25 anni, dal 2000 a oggi, si è passati da 284.182 immatricolati a 340.988. I nuovi iscritti all’anno accademico appena concluso rappresentano il secondo numero più alto di sempre dopo il 2023-2024, ma si segnala che, essendo stati registrati a marzo, non sono un dato definitivo ed è quindi possibile che il 2024-2025 diventi il miglior anno universitario di sempre, sul piano degli iscritti al primo anno.

La crescita di marzo 2025 su marzo 2024 segna un aumento del 5,3%. A oggi il 57,9% dei diciannovenni, circa sei ragazzi su dieci, si immatricola all’università.

Dove si iscrivono gli studenti

I dati mostrano però una differenza nella distribuzione delle immatricolazioni.

Le iscrizioni universitarie crescono soprattutto nel Centro Italia, che registra un aumento del 14%. Bene anche il Sud che segna un risultato positivo con una crescita del 6,1%.

Il Settentrione universitario, invece, è in controtendenza rispetto al passato. Se fino a qualche anno fa era il luogo in cui approdavano la maggior parte degli studenti provenienti dal Meridione, oggi segna un aumento di solo il 2% per i nuovi iscritti nel Nord-Est, mentre il Nord Ovest si attesta su un numero in negativo, ovvero registra un calo dello 0,9%.

Si segnala che l’area geografica del Nord Ovest comprende anche Milano che, con i suoi dieci atenei, è stata per anni il primo attrattore di studenti universitari.

Secondo Luigi Bellesi, ricercatore del Censis che ha curato la classifica con Vittoria Coletta i risultati migliori al Centro Sud rispetto al Nord “sono il sintomo di una maggiore fatica delle famiglie a sostenere i costi dell’istruzione universitaria, resi per certi versi proibitivi dal caro-affitti di alloggi divenuti pressoché irreperibili, soprattutto nelle città del Settentrione”.

Entrando nello specifico, l’università con il maggior numero d’iscritti è l’Alma Mater di Bologna seguita dall’università di Pisa, dalla Sapienza di Roma e dalla Statale di Milano.

La classifica segnala però una crescita del numero di iscritti negli atenei di Genova, Roma Tre e Chieti-Pescara. Anche Catania sale di cinque posti.

Tra gli atenei medi, va molto bene Udine, che offre con Padova i migliori servizi di comunicazione e digitali, ma quest’anno condivide la posizione con la Politecnica delle Marche, in crescita di due posizioni.

Nella classifica dei piccoli, l’Università di Cassino scala due posizioni e supera l’Università della Tuscia.

Le facoltà che risultano più appetibili

Ma quali sono i corsi di laurea che gli studenti sembrano prediligere?

Secondo la classifica, i settori in crescita in questi 25 anni sono stati Scienze motorie che ha segnato un aumento del 224,9%.

In crescita del 27,6% ci sono anche i corsi di laurea economici, seguiti dal gruppo psicologico che segna +22,8%. Gli immatricolati delle aree sanitaria e agro-veterinaria sono cresciuti del 63,2% e per l’area Stem si certifica il 42,8%. Si assiste invece a una contrazione del 20,1% per Architettura e Ingegneria civile, mentre salgono del 48,5% Informatica e tecnologie Ict. Drastico crollo di Giurisprudenza che perse il 25,3%.