Quanto guadagna un insegnante: polemica sull'aumento di stipendio
La proposta dell'Aran prevede aumenti stipendiali per docenti e amministrativi scolastici, ma i sindacati non sono convinti: le dichiarazioni
Gli insegnanti guadagneranno di più, ma è scoppiata una polemica sulla dimensione economica dell’aumento. L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN), ha presentato alle organizzazioni sindacali la proposta economica per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024.
Oltre agli aumento previsti per gli stipendi, sono state presentate anche le proposte per le indennità accessorie e i fondi MOF. Ma i sindacati criticano la proposta. Si tratta di aumenti miseri per i docenti?
Di quanto aumenterà lo stipendio dei docenti
“Gli aumenti stipendiali previsti vanno da 82 a 186 euro mensili per il personale amministrativo e da 105 a 177 euro mensili per i docenti. Sono state inoltre rideterminate le indennità fisse, che per i docenti passano da 204 a 320 euro mensili, mentre per il personale amministrativo variano tra 88 e 109 euro mensili. Per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) l’indennità di direzione è stata fissata a 2.972 euro annui”, ha dichiarato il presidente dell’Aran Naddeo al termine dell’incontro del 9 ottobre 2025 insieme ai sindacati e all’amministrazione per il rinnovo del contratto scuola.
La proposta economica dell’Aran prevede quindi aumenti medi mensili per il personale della scuola di 136 euro lordi.
La risposta dei sindacati sugli aumenti per gli insegnanti
La proposta dell’Aran, però, non convince i sindacati. Se la media è di 136 euro mensili in più, in realtà oltre il 60% di questi è “già anticipato e percepito: ciò significa che l’aumento effettivo in busta paga si aggirerà attorno a 47 euro medi lordi. A queste somme si dovrebbe aggiungere un compenso una tantum di 142 euro lordi”, si legge in una nota della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
“Se queste cifre – continua la nota del sindacato – dovessero essere confermate senza ulteriori possibilità di incremento, saremo costretti a ribadire le difficoltà già denunciate fin dall’inizio di questa trattativa, caratterizzata da forti ritardi nell’apertura del negoziato e da risorse inadeguate”.
FLC CGIL ha annunciato di non voler accettare “una riduzione di ben due terzi del potere d’acquisto dei salari”. La soluzione? Secondo i sindacati è “necessario uno stanziamento di risorse aggiuntive che faccia giustizia dell’iniquità retributiva subita dalla categoria degli educatori, la più sottopagata d’Europa, e riconosca a docenti e Ata quel differenziale retributivo che serve per recuperare il potere d’acquisto dei salari, falcidiati dall’inflazione registrata nel triennio 2022-2024. La parola va adesso alla legge di bilancio dove si misureranno le reali intenzioni del Governo”, prosegue la nota.
Anche il Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, non è convinto degli aumenti proposti, tenendo conto dell’inflazione degli ultimi anni: “Le tabelle presentate, relative agli aumenti del contratto 2022/24, risultano essere esigue dal punto di vista economico e non permettono al personale interessato di recuperare la perdita del potere d’acquisto che, negli anni, è diminuito di circa il 16%”.
Cisl Scuola ha ribadito la necessità di giungere velocemente alla definizione del CCNL, in modo tale da procedere con il “pagamento delle nuove retribuzioni, insieme agli arretrati, entro dicembre 2025”. Una richiesta che tiene conto “del contesto economico attuale, per prevenire possibili ulteriori interventi di legge finalizzati all’erogazione delle risorse contrattuali, e poiché sono già disponibili le risorse per il CCNL 2025/27”.
Ha ribadito inoltre che continuerà a sollecitare il Governo per la destinazione di ulteriori risorse al comparto, riaprendo al più presto la discussione sul rinnovo del futuro contratto 2025/27. “Solo attraverso un puntuale rinnovo contrattuale si sarà in grado di tutelare il personale. In questo modo, docenti, ATA e DSGA, tra la chiusura del CCNL 2022/24 e quello del 2025/27 potranno contare su incrementi contrattuali stimabili in circa 300 euro mensili”.
Il prossimo incontro si terrà il 31 ottobre e secondo quanto riportato da SkyTg24, i ministri Zangrillo e Valditara starebbero premendo per raggiungere un’intesa il prima possibile e preferibilmente entro la fine di novembre.
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