Roccella contro università: perché sono tra i "luoghi peggiori"
La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha attaccato le università italiane: perché le ha definite "fra i peggiori luoghi di non riflessione"
Continuano a far discutere le parole pronunciate dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella al convegno ‘La storia stravolta e il futuro da costruire’. Durante il suo intervento, oltre alla frase sulle “gite scolastiche ad Auschwitz” finita al centro delle polemiche, la ministra ha anche attaccato le università, dicendo che sono “fra i peggiori luoghi di non riflessione”.
Perché le università sono tra “i luoghi peggiori” per Roccella
Continua il dibattito intorno alle dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella all’incontro ‘La storia stravolta e il futuro da costruire’ organizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei), che si è tenuto domenica 12 ottobre a Roma.
Parlando di antisemitismo, che a suo avviso “nell’ultima fase del conflitto israelo-palestinese ha trovato una giustificazione per riemergere ed essere rilegittimato”, la ministra ha attaccato le università italiane.
“Siamo di fronte a una nuova pagina della guerra e dell’ennesimo conflitto israelo-palestinese iniziato il 7 ottobre. Di fronte a questa nuova pagina, che comincerà con il ritorno tanto atteso degli ostaggi (avvenuto ieri, 13 ottobre), bisogna davvero pensare di aprire anche una nuova pagina di riflessione. Perché io credo che a questo dovrebbero essere deputate le aule universitarie, a questo dovrebbero pensare i professori delle università. Ma sembra che così non sia“, ha affermato Roccella.
La ministra ha proseguito: “Le università sono state, in questo momento, fra i peggiori luoghi di non riflessione. E mi è appena arrivato l’ultimo segnale negativo dall’antica e nobile Università di Bologna, che fra l’altro è anche la mia città, in cui il senato accademico ha votato una mozione per non avere più nessuna collaborazione con le università israeliane e con gli organismi di cultura israeliani”.
E ancora: “Di fronte a tutto questo, è chiaro che bisogna trovare altri luoghi dove riflettere, dove pensare – ha aggiunto Roccella -. Perché è dal pensiero, dalla riflessione, dalla consapevolezza che poi si può arrivare a quei ragazzi che oggi manifestano in maniera totalmente inconsapevole, ma non per questo innocente, per una Palestina dal fiume al mare, per la difesa addirittura di Hamas, con slogan terribili anche sul 7 ottobre”, ha concluso la ministra.
La ministra Roccella risponde alle polemiche: “Università messe a ferro e fuoco”
L’intervento di Eugenia Roccella al convegno dell’Ucei è finito al centro del dibattito pubblico per le sue dichiarazioni in merito alle “gite scolastiche ad Auschwitz”. Secondo la ministra, “sono state un modo per ribadire che l’antisemitismo era una questione fascista e basta, e quindi che il problema era essere antifascisti, non essere antisemiti, non controllare fino in fondo quello che è avvenuto nel nostro passato, non fare i conti fino in fondo con quello che è avvenuto”.
Immediata la replica della senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto: “Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito ‘gite’ i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo”.
Anche le forze politiche di opposizione hanno attaccato le parole di Roccella, definendole “gravissime” e “inqualificabili”.
Alle polemiche, Roccella ha replicato accusando “la sinistra” di strumentalizzazione e citando anche le università. “La sinistra, tra Francesca Albanese portata in trionfo e striscioni che inneggiano al 7 ottobre, le piazze e le università messe a ferro e fuoco, finge di non capire”, ha affermato la ministra, come riportato dal Corriere della Sera. E ha aggiunto: “Certo che i viaggi ad Auschwitz rappresentano uno strumento fondamentale per trasmettere alle giovani generazioni la memoria dell’orrore che ha segnato il Novecento. Ma condannare l’antisemitismo di allora senza fare i conti con l’antisemitismo che senza più alcuna remora e senza alcun pudore alligna oggi tra le file di chi strizza l’occhio ad Hamas è la vera strumentalizzazione”, ha concluso Roccella.
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