Sciopero 4 novembre scuola, la data scelta è un caso: è polemica
Indetto uno sciopero della scuola per il 4 novembre, data della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate: perché è scoppiata la polemica
Per l’intera giornata di oggi, martedì 4 novembre, il Sindacato indipendente scuola e ambiente (Sisa) ha proclamato uno sciopero nazionale del comparto Istruzione e Ricerca. La scelta della data non è casuale: il 4 novembre è la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, che celebra la fine della Prima guerra mondiale. Ma perché è scoppiata la polemica?
Perché è stata scelta la data del 4 novembre per lo sciopero della scuola
Il Sisa ha indetto uno sciopero per l’intera giornata di oggi, martedì 4 novembre, che coinvolge tutto il personale appartenente al comparto Istruzione e Ricerca, inclusi presidi, insegnanti e personale ATA.
Tra le richieste del sindacato ci sono: l’abolizione del concorso per i dirigenti scolastici, l’assunzione su tutti i posti vacanti per docenti e personale ATA; la creazione di un ruolo unico docente con pari orario e salario per tutti i gradi d’istruzione. Non solo: Sisa manifesta anche una “forte critica alla crescente ‘militarizzazione’ delle scuole“.
“Questo sciopero assume un valore simbolico: indetto proprio il 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, per sottolineare il legame tra educazione, cittadinanza e futuro della società”, hanno evidenziato dal sindacato.
Nel documento di proclamazione, il segretario Davide Rossi ha aggiunto: “La Costituzione ci insegna che l’Italia ripudia la guerra. Va perseguita e ricercata la pace in tutto il globo, dal Medioriente, in cui ancora il popolo palestinese attende una nazione e un passaporto,
all’Europa Orientale, al Pacifico che è sempre più apertamente luogo di tensioni crescenti”.
Polemica sull’annullamento del convegno ‘4 novembre, la scuola non si arruola’
Il dibattito si è acceso ulteriormente attorno al convegno formativo per gli insegnanti intitolato ‘4 novembre, la scuola non si arruola‘, incentrato sul tema della pace. L’incontro, organizzato dal Cestes (Centro studi trasformazioni economiche e sociali) in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, è però stato annullato dal ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Secondo il dicastero di viale Trastevere, “l’iniziativa ‘La scuola non si arruola‘ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel Ccnl scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016″. Ad essere contestato anche il fatto che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole non è un ente accreditato al MIM, al contrario del Cestes.
“Dietro alle motivazioni addotte dal ministero si nascondono ben altre motivazioni di natura politica“, hanno commentato, in un comunicato stampa congiunto, varie organizzazioni della scuola – da sindacati a associazioni studentesche – tra cui l’Osservatorio stesso, Usb, Cobas, Osa e Cambiare rotta.
“Si sta verificando l’ennesima e puntuale contrazione degli spazi di libertà e democrazia – hanno proseguito -, per la prima volta si vieta un corso di formazione su tematiche giudicate non formative mentre vengono celebrate pagine nostalgiche e di mero revisionismo storico attraverso le rievocazioni delle guerre mondiali nel secolo scorso”.
Sul tema è intervenuta anche la Flc Cgil, che ha parlato di “ennesimo atto di lesione della libertà di insegnamento oltre che di censura”.
Nonostante il diniego ministeriale, l’Osservatorio ha comunque confermato lo svolgimento del convegno previsto per il 4 novembre, mantenendo invariato il programma. Poiché l’iniziativa non è riconosciuta ufficialmente dal MIM, il personale scolastico che intende partecipare non potrà beneficiare dell’esonero dal servizio per motivi di formazione. A seguire, è stata indetta una mobilitazione che coinvolgerà numerose piazze in tutta Italia.