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Scuola, corso contro la guerra annullato dal ministero: il caso

Il ministero dell'Istruzione e del Merito annulla il corso formativo per i prof '4 novembre, la scuola non si arruola' e scoppia la polemica: il caso

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha annullato il corso formativo rivolto agli insegnanti ‘4 novembre, la scuola non si arruola’, ed è scoppiata la polemica. Ma perché il dicastero guidato da Giuseppe Valditara ha sospeso il convegno contro la guerra?

Perché il MIM ha annullato il convegno ‘La scuola non si arruola’

Partiamo dal principio. Il Cestes (Centro studi trasformazioni economiche e sociali), in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, aveva organizzato un corso formativo online per gli insegnanti intitolato ‘4 novembre, la scuola non si arruola’. Il convegno era previsto per martedì 4 novembre, Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, che celebra la fine della Prima guerra mondiale. La stessa data è stata scelta anche per lo sciopero della scuola indetto dal Sisa, che tra le motivazioni ha inserito una “forte critica alla crescente ‘militarizzazione’ delle scuole”.

Il corso, che aveva già raccolto l’adesione di oltre mille docenti in tutta Italia, intendeva affrontare il tema della pace “contro la militarizzazione della cultura, contro il riarmo e le politiche di guerra, per sostenere la Palestina“.

Il 31 ottobre, il ministero dell’Istruzione ha però deciso di annullare il convegno. Il motivo? “L’iniziativa ‘La scuola non si arruola‘ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel Ccnl scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016″, ha spiegato il MIM. Il dicastero di viale Trastevere ha anche evidenziato che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole non è un ente accreditato al ministero, al contrario del Cestes.

La polemica sull’annullamento del corso contro la guerra per i prof

Dietro alle motivazioni addotte dal ministero si nascondono ben altre motivazioni di natura politica“, hanno commentato i promotori dell’iniziativa che, in un comunicato congiunto firmato da varie organizzazioni scolastiche, hanno annunciato una mobilitazione in varie città italiane.

“Si sta verificando l’ennesima e puntuale contrazione degli spazi di libertà e democrazia – hanno proseguito -. Per la prima volta si vieta un corso di formazione su tematiche giudicate non formative mentre vengono celebrate pagine nostalgiche e di mero revisionismo storico attraverso le rievocazioni delle guerre mondiali nel secolo scorso”.

E ancora: “È quindi in serio pericolo la libertà di insegnamento, di apprendimento, la democrazia se il ministero cancella dei percorsi formativi e non perde occasione per rispondere con logiche panpenaliste e repressive alla solidarietà verso popoli oppressi da cui scaturisce il bisogno di conoscere e studiare”.

A contestare la decisione del ministero è stata anche la Flc Cgil, che ha parlato di “ennesimo atto di lesione della libertà di insegnamento oltre che di censura“. Il sindacato ha aggiunto: “Ritirare l’accreditamento a un corso che richiama i valori di pace sanciti dalla Costituzione significa ignorare la funzione critica e democratica della scuola pubblica. Mentre fioriscono iniziative che spingono gli istituti verso la cultura della militarizzazione, il ministero sceglie di colpire chi educa alla pace“.

Dello stesso avviso l’Usb Scuola, che ha definito la decisione del MIM “un atto gravissimo“. Secondo il sindacato, “si trattava di un’iniziativa con relatori autorevoli”, il cui obiettivo era “aprire un dibattito pubblico su come educare alla pace, non certo fare politica di parte”.

Nonostante l’annullamento, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole ha comunque confermato lo svolgimento del convegno previsto per il 4 novembre. Visto che l’iniziativa non è stata riconosciuta ufficialmente dal ministero, il personale scolastico che ha deciso di partecipare non ha potuto beneficiare dell’esonero dal servizio per motivi di formazione.

La replica del ministro Valditara sul corso sulla pace del 4 novembre

La decisione del ministero non vieta alcunché: semplicemente non consente l’esonero dal servizio, e dunque a spese del contribuente, per chi volesse partecipare a un’iniziativa che non ha i requisiti per il suo riconoscimento”, ha commentato Giuseppe Valditara, come riportato dal Corriere della Sera.

Il ministro ha aggiunto: “Il corso ha d’altro canto i connotati di una iniziativa propagandistica di natura prettamente politica“.

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