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Uno dei danni principali dello smartphone ai ragazzi per Novara iStock

Smartphone ai ragazzi, Novara svela "uno dei danni principali”

Il pedagogista Daniele Novara è tornato sul tema dell'uso degli smartphone da parte dei più giovani, la sua analisi in un post su Facebook

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Come tutte le tecnologie, bisogna impararle a usare. Gli smartphone sono, da anni ormai, un’estensione di noi stessi, che si tratti di un bambino o un adulto. Si fa difficoltà a lasciarlo spento. Ma la possibilità di entrare in contatto con chiunque attraverso il telefono, anche accedendo ai social, oppure di sviluppare una dipendenza da questo strumento mette a rischio soprattutto i più giovani. Si può arrivare a un punto in cui si fa difficoltà a distinguere tra realtà e virtualità. Proprio di quest’ultimo rischio ha parlato il pedagogista Daniele Novara in un post su Facebook.

Uno dei danni principali dello smartphone ai ragazzi

Daniele Novara ha indicato quello che, secondo lui, è uno dei rischi principali che i ragazzi possono subire a causa di un uso smodato del telefono.

“Uno dei danni principali che lo smartphone può fare ai ragazzi e alle ragazze è portarli all’isolamento“, è l’avviso del pedagogista su Facebook.

Per Novara l’uso costante di questo strumento sottrae “i bambini e i ragazzi all’incontro, agli abbracci e ai litigi, alla frustrazione di dover negoziare con gli altri molti aspetti della propria vita. La conseguenza è l’alienazione, sotto ogni punto di vista”.

L’esperto sottolinea come il bambino “dopo un’ora che sta in un contesto virtuale” non riesca “più a distaccarsi, perché i social e molte app sono create appositamente per suscitare piacere e dipendenza. Lo smartphone è maneggevole, accattivante, promiscuo. Ce l’hai in tasca, sempre sotto agli occhi. Anni fa si regalava per la prima comunione, ma nessuno poteva conoscere i danni. Ora sono noti a tutti e tutte”.

Poi la domanda provocatoria per riflettere sul tema: “Quando io ero un bambino si dava un cicchetto d’alcol, lo fareste ora?”

L’allarme di Novara sugli smartphone

Qualche giorno fa Novara aveva commentato la decisione del governo danese di vietare l’uso dei social ai minori di 15 anni.

L’esperto in pedagogia ha sottolineato che “non si tratta di essere ‘contro la tecnologia’, ma di riconoscere una questione di età e maturità. Come non permettiamo a un bambino di guidare un’auto, allo stesso modo non possiamo consegnargli un mondo digitale senza tutele senza limiti”.

L’allarme di Novara è che i genitori non riescono a gestire da soli il problema e, per il pedagogista, “è tempo che anche le istituzioni diano ai genitori strumenti chiari, legittimi, per dire: No, non ancora. Ogni cosa a suo tempo”.

Le regole per tutelare i bambini secondo Novara

In un articolo su La Repubblica, un anno fa, il pedagogista e fondatore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, aveva elencato sei consigli per regolamentare l’interazione dei bambini e degli adolescenti con i dispositivi digitali.

Le sei regole indicate da Daniele Novara sono:

  • Niente videoschermi nei primi tre anni di vita
  • Smartphone dai 14 anni
  • Preadolescenza e adolescenza: mai dispositivi digitali la notte
  • Preadolescenza e adolescenza: attenzione alla quantità di tempo (dopo le due ore il cervello va in default)
  • Niente dispositivi digitali durante i pranzi in famiglia
  • Prevenire la dipendenza da videogiochi evitando l’uso libero non regolato (a qualsiasi età).