Smartphone vietati a scuola: cosa è cambiato per prof Schettini
Prof Vincenzo Schettini ha fatto un primo bilancio dopo un mese dall''introduzione del divieto d'uso degli smartphone e svela cosa è già cambiato
A circa un mese dal suono della prima campanella per migliaia di studenti delle superiori, si possono già notare i primi risultati dopo l’introduzione del nuovo divieto di uso degli smartphone a scuola.
A stilare un primo bilancio è stato prof Vincenzo Schettini, che ha commentato cosa è già cambiato nel comportamento di ragazze e ragazzi in aula e durante la ricreazione.
- Il commento di Schettini sullo stop agli smartphone alle superiori
- Prof Schettini svela cosa è già cambiato senza cellulari a scuola
- La critica di Schettini alla didattica innovativa
Il commento di Schettini sullo stop agli smartphone alle superiori
A un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, prof Schettini ha tirato già un piccolo bilancio di ciò che sta accadendo nelle classi, con l’introduzione del divieto d’uso degli smartphone anche alle scuole superiori.
“Ha fatto bene il ministero, sono d’accordissimo”. Ha commentato così lo stop ai cellulari il docente di fisica, ospite in una puntata di Radio24 – Costume e Società.
Prof Schettini svela cosa è già cambiato senza cellulari a scuola
Il docente che ha dato vita all’ormai celebre format “La fisica che ci piace” ha già notato i primi effetti positivi a solo un mese dal via al nuovo divieto emanato dal ministero guidato da Giuseppe Valditara.
“In questo primo mese di scuola, devo dire la verità, si lavora bene. Non ho mai trovato un livello così alto di concentrazione“, ha commentato prof Schettini durante il programma radiofonico.
Come già aveva avvertito in diverse occasioni, nei giovani il quoziente intellettivo “è crollato negli ultimi anni, parallelamente all’uso del cellulare”. Sottraendo proprio quello strumento di disattenzione, gli studenti stanno ricominciando a ragionare sui concetti insegnati nelle lezioni in classe.
“È una bella cosa che questo cellulare non ci sia a scuola”, ha aggiunto. Il docente e divulgatore ha spiegato, rivolgendosi ai ragazzi, che è fondamentale “imparare e mettere in atto dei processi mentali che hanno bisogno, direbbe Einstein, di tempo“. Servono infatti “intervalli di tempo sempre più grandi per poter diventare persone che ragionano e per diventare critici”.
Non solo si lavora meglio in classe: un altro beneficio evidente è la maggior interazione verbale tra i giovani. Non potendo utilizzare il cellulare, durante la ricreazione escono dall’aula e si ritrovano con i coetanei, parlando tra loro invece che incollando il proprio sguardo su uno schermo.
La critica di Schettini alla didattica innovativa
Collegandosi al tema della tecnologia, prof Schettini ha ribadito anche il suo pensiero sulla didattica innovativa: “10 anni fa a scuola dicevamo che la didattica innovativa stava nel digitale, ma cosa c’è di innovativo nel digitale?”. L’innovazione vera e propria, secondo il docente, sta nelle persone, ovvero negli insegnanti.
Proprio i docenti sarebbero “stati messi da parte nella scuola, come se non valessero nulla”, ha commentato il prof di fisica, sottolineando come l’insegnante dovrebbe tornare al centro, smettendo di essere un “burocrate” che non è più felice del suo mestiere e prendendosi invece cura dei giovani. Come? Formandosi continuamente, con l’entusiasmo di voler raccontare qualcosa di nuovo agli studenti.
Secondo prof Schettini, infatti, il sistema scolastico dovrebbe incentivare la formazione degli insegnanti al di fuori dell’ambito scolastico, anche viaggiando all’estero per apprendere nuove competenze e conoscenze che si tradurrebbero in una maggior qualità dell’insegnamento agli studenti.
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