Troppi compiti alla scuola primaria: la protesta del Codacons
Per i troppi compiti dati alla scuola primaria, anche l'associazione in difesa dei consumatori ha deciso di intervenire lanciando un allarme
I compiti a casa dividono sempre, tra chi è favorevole che i bambini anche delle elementari studino dopo la fine delle lezioni e chi, invece, trova il carico spesso troppo eccessivo, soprattutto in questo primo percorso di studi. Anche il Codacons è contrario ai troppi compiti che gli insegnanti assegnano agli alunni della scuola primaria. L’associazione in difesa dei consumatori ha anche invitato le scuole a un uso più equilibrato delle tecnologie e dei metodi didattici innovativi.
Il Codacons contro i compiti nella scuola primaria
Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, è intervenuto in merito al tema del carico di compiti dati a casa. Come riportato dal sito di informazione Canale Sicilia, il professore è intervenuto su questo delicato tema, sostenendo che è necessario ridare a tutti gli alunni un ambiente educativo che si basi sulla scoperta e sulla curiosità. Secondo lui il modello scolastico di oggi misura l’apprendimento solo sulla quantità di schede completate, escludendo la comprensione e la partecipazione attiva.
“Imparare non significa riempire pagine, ma comprendere, sperimentare, fare domande e costruire il proprio pensiero”, ha detto Francesco Tanasi che è convinto che sia fondamentale la qualità del tempo trascorso in classe: questo è il vero elemento centrale nel percorso scolastico, più della quantità di esercizi assegnati che a suo avviso sono molti alla scuola primaria, caricando i bambini di una mole di compiti troppo eccessiva per la loro età.
Sono importanti le competenze di base come la lettura, la scrittura e il calcolo, che non si acquisiscono secondo il segretario nazionale del Codacons attraverso un carico eccessivo di compiti. C’è bisogno in Italia, secondo lui, di un modello scolastico dinamico e partecipativo, che possa collegare teoria e realtà, stimolando così la curiosità e il pensiero critico anche nei più piccoli che frequentano ancora le elementari.
Secondo il professore l’età dell’infanzia dovrebbe essere il tempo dell’esplorazione e non quello momento della vita vissuto già con l’ansia da prestazione.
L’invito del Codacons a un uso equilibrato delle tecnologie
Nel suo intervento il segretario nazionale del Codacons (che è anche un docente universitario di Diritto Pubblico all’Università San Raffaele Roma ed è laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche)ha anche lanciato un appello a tutte le scuole, per un uso equilibrato delle tecnologie e anche dei metodi didattici innovativi.
Secondo Francesco Tanasi bisogna guardare con particolare attenzione e scrupolo alle opportunità che gli strumenti digitali offrono anche a scuola, usando intelligenza e misura nel loro utilizzo. “Le risorse digitali e i giochi educativi possono essere strumenti preziosi se impegnati con intelligenza e senza sostituire il ruolo dell’insegnante“. Devono, anzi, arricchire il lavoro che ogni giorno in classe fanno tutti i docenti con le loro classi.
Secondo il professor Tanasi, infine, riformulare la scuola primaria non vuol dire necessariamente compiere un’azione di riduzione delle ambizioni formative della stessa, ma garantire agli alunni una crescita motivata e consapevole nel primo ciclo di studio del lungo percorso scolastico dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze.
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