Salta al contenuto
studentessa sola aeroporto iStock

Vacanza studio da incubo, 13enne lasciata sola in aeroporto

Il padre di una studentessa 13enne ha denunciato che la figlia sarebbe stata lasciata in aeroporto a Dublino di notte rientrando in Italia da sola

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

La vacanza studio è un’esperienza bellissima che unisce il divertimento del viaggio, la scoperta di un posto nuovo e l’approfondimento nello studio di una lingua straniera. È un’attività formativa e piacevole che generalmente i giovani sono entusiasti di fare. Spesso chi parte per una vacanza studio è però minorenne e va tutelato da parte di un adulto. Un padre ha invece denunciato che la figlia tredicenne sarebbe stata abbandonata da sola di notte in aeroporto.

La storia della 13enne lasciata sola in aeroporto

Una ragazzina di 13 anni è partita in vacanza studio per un viaggio in Irlanda. La sua storia è riportata da ANSA. Il viaggio si sarebbe dovuto svolgere dal 5 al 18 agosto e i genitori si sono affidati a un’agenzia che si occupa proprio di organizzare soggiorni di studio all’estero per imparare a studiare le lingue straniere.

L’11 agosto il padre della tredicenne sarebbe stato contattato dalla tutor della figlia che lo avrebbe informato che la ragazzina era stata esclusa dal programma, senza motivare la decisione, e che sarebbe tornata immediatamente in Italia.

La giovane sarebbe stata invitata a fare i bagagli rapidamente e sarebbe stata accompagnata in piena notte all’aeroporto. Nello scalo sarebbe stata lasciata da sola all’ingresso con i responsabili che le hanno semplicemente dato il numero del volo per rientrare a casa.

L’accusa del padre della 13enne

A denunciare l’accaduto è stato il padre della ragazza che ha presentato una querela al tribunale di Savona tramite gli avvocati Michele Ispodamia e Giovanni Cordone.

“Mia figlia – ha raccontato l’uomo in alcune dichiarazioni riportate da ANSA – è stata abbandonata, completamente da sola nell’aeroporto di Dublino e, sempre da sola, ha fatto i controlli di sicurezza, trovato il gate, si è imbarcata e fatta da sola tutto il viaggio“.

Per i legali della famiglia un tale comportamento “configura il reato di abbandono di minore” e per questo hanno presentato una denuncia a Savona, dove risiedono, e in Irlanda.

Come funziona il reato di abbandono di minore

In Italia il reato di abbandono di minore è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

L’art. 591 del Codice Penale chiarisce che è colpevole di reato di abbandono di minore chiunque abbandona una persona d’età inferiore ai “quattordici anni, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura”.

Nel caso di abbandono di un cittadino italiano all’estero, la pena è comminata a chiunque lasci incustodito un minore di 18 anni, a lui affidato nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro.

L’abbandono di un minore è un reato proprio in quanto, nonostante la lettera della norma parli di “chiunque”, soggetto attivo può essere soltanto colui che abbia il dovere, anche di fatto, di custodire una persona minore degli anni quattordici (o 18 se all’estero), oppure il dovere giuridico di custodire o curare un soggetto che, per qualunque motivo, sia incapace di provvedere a se stesso.

Il reato fa riferimento ai concetti di “custodia“, “cura” e “affidamento“. Il primo implica la sorveglianza diretta e immediata, anche puramente momentanea e senza obbligo di convivenza, la quale si esplica nei confronti di soggetti che ne abbiano bisogno, come avviene, per esempio, nel caso di un bambino. La “cura” comprende, invece, quelle prestazioni e quelle cautele di cui hanno bisogno persone che, seppur di regola capaci di provvedere a se stesse, non lo siano perché si trovano in particolari circostanze. Si parla, infine, di “affidamento”, ogni volta in cui, tra il minore e il soggetto agente, sussista un rapporto di dipendenza e, quindi, fiduciario, anche temporaneo, fondato, in questo caso, su motivi di lavoro.