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Valditara: "Ecco perché ho vietato gli smartphone a scuola"

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tornato sul divieto degli smartphone a scuola ribadendo le ragioni del provvedimento

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

L’introduzione del divieto degli smartphone nelle scuole italiane ha acceso un ampio dibattito tra esperti, studenti e famiglie. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ribadito le ragioni di questa scelta durante la presentazione del nuovo libro dello psichiatra Franco De Masi dedicato proprio agli effetti dell’uso dei cellulari nell’età della formazione e della crescita.

Perché Valditara ha deciso di vietare gli smartphone a scuola

“Scarsa attenzione, danni alla fantasia, alla creatività, alla capacità di concentrarsi”. Sono queste le principali motivazioni che hanno spinto il ministro Giuseppe Valditara a introdurre il divieto degli smartphone a scuola anche per fini didattici. Lo ha spiegato ai microfoni di TgCom 24 a margine della presentazione del nuovo libro di Franco De Masi, che si è tenuta alla Galleria Alberto Sordi di Roma. Il saggio firmato dallo psichiatra affronta proprio il tema del rapporto tra i giovani e l’uso del cellulare.

È bene proibire l’uso a scuola e, nel contempo, educare a un utilizzo corretto delle nuove tecnologie“, ha aggiunto Valditara.

A riprova della bontà del suo intervento, durante l’evento il ministro ha snocciolato una serie di dati relativi all’impatto scolastico dell’abuso di smartphone e social da parte di bambini e adolescenti. Come quelli dell’Istituto superiore di sanità, che evidenziano come tra i ragazzi dagli 11 ai 13 anni la percentuale di bocciatura passi dal 6,4% in assenza di dipendenza da social media al 16,9% quando le piattaforme vengono utilizzate massicciamente. Dai 14 ai 17 anni, ha specificato Valditara, quest’ultima percentuale aumenta raggiungendo quasi il 27%.

Inoltre, il ministro ha parlato di altri “dati inquietanti” spiegando che “il 25% degli adolescenti ha sviluppato vere e proprie dipendenze comportamentali” dovute all’abuso degli smartphone.

Valditara ha citato anche studi dell’Università di Milano Bicocca e dell’Ospedale San Raffaele, che mostrano come l’uso serale dello smartphone comprometta la qualità del sonno e la concentrazione durante le ore scolastiche. Ha anche aggiunto che gli studenti con profili social attivi registrano prestazioni peggiori in matematica rispetto ai coetanei che non utilizzano queste piattaforme.

È proprio per tutti questi motivi che Valditara ha deciso di intervenire vietando i cellulari in tutte le scuole di ordine e grado.

L’allarme dello psichiatra De Masi su giovani e cellulari

Durante la presentazione del suo libro, lo psichiatra Franco De Masi ha lanciato un allarme sull’impatto psicologico dei cellulari sui giovani. Secondo De Masi, “lo smartphone ti porta via l’attenzione e la concentrazione, mi sembra una cosa elementare averlo dovuto proibire”, ha affermato riferendosi al divieto introdotto a scuola dal ministro Valditara.

Il suo intervento ha messo in luce come l’uso scorretto del telefonino in età evolutiva rappresenti un rischio per la salute mentale e lo sviluppo emotivo di bambini e adolescenti.

Lo psichiatra ha così invitato genitori e istituzioni a riflettere sul ruolo che lo smartphone ha assunto nella vita dei ragazzi: “Il problema è davanti agli occhi di tutti, cioè che uno strumento meraviglioso come lo smartphone è diventato un ritiro per la psiche, cioè un nuovo altro, un’altra realtà in cui i giovani possono rifugiarsi trascurando le loro relazioni sociali e la scuola. Il problema è grande”, ha concluso Franco De Masi.