Velo islamico vietato a scuola e in università: proposta di FdI
Cosa prevede la proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia (FdI) alla Camera per vietare il velo islamico a scuola e nelle università
Il velo islamico torna al centro del dibattito politico italiano con una proposta di legge che sta facendo molto discutere. Fratelli d’Italia (FdI) ha presentato un’iniziativa parlamentare che mira a vietare l’uso del velo integrale a scuola, nelle università e in altri luoghi pubblici.
- FdI propone il divieto di velo islamico a scuola e in università
- Cosa prevede la proposta di legge di FdI contro il velo a scuola e in università
- La polemica sul divieto del velo integrale a scuola e in università
FdI propone il divieto di velo islamico a scuola e in università
Stop al velo integrale nei luoghi pubblici, comprese scuole e università. È questo uno dei punti del progetto di legge (pdl) “contro il separatismo islamico” presentato da Fratelli d’Italia alla Camera.
“Vogliamo intervenire contro il separatismo islamico, fenomeno che si manifesta attraverso la creazione di enclave dove prevale la Sharia sulle leggi italiane”, ha spiegato la deputata di FdI Sara Kelany, che ha firmato la proposta con il capogruppo Galeazzo Bignami e con Francesco Filini.
“L’Italia è una Nazione accogliente che difende il principio della libertà culturale e religiosa ma non può tollerare episodi frutto di estremismi che contrastano con il nostro sistema culturale e valoriale”, ha aggiunto l’onorevole Filini. Il deputato ha poi riportato un episodio accaduto a inizio anno in una scuola di Monfalcone (Gorizia): “A febbraio scorso a Monfalcone è esplosa la polemica poiché alcune ragazze che la mattina arrivavano a scuola con il niqab erano costrette ad un riconoscimento preliminare prima di entrare in classe, una procedura che non può essere tollerata in Italia“.
Cosa prevede la proposta di legge di FdI contro il velo a scuola e in università
La proposta di legge di Fratelli d’Italia è composta da cinque articoli. E proprio il quinto prevede il divieto di vestire il velo integrale nei luoghi pubblici, comprese le scuole di ogni ordine e grado e le università.
L’articolo recita: “È vietato l’uso di indumenti che coprano il volto delle persone, di maschere o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luoghi pubblici, aperti al pubblico, luoghi di istruzione di qualunque ordine e grado, università, esercizi commerciali e uffici. La violazione del divieto previsto dal comma 1 è punita con la sanzione amministrativa da euro 300 a euro 3.000“.
La polemica sul divieto del velo integrale a scuola e in università
“In Italia esiste già una legge del 1975 che vieta di circolare a volto coperto nei luoghi pubblici per motivi di sicurezza. Se la proposta di legge va in questa direzione, non posso che essere d’accordo”, ha commentato a LaPresse l’imam Massimo Abdallah Cozzolino, guida dell’associazione culturale islamica Zayd Ibn Thabit.
La legge 152/1975 prevede il divieto di “uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino”. Anche se non è espressamente citato il velo islamico, spesso l’interpretazione della legge è stata estesa anche a questo.
“Una normativa in tal senso esiste già, quindi mi chiedo quale sia l’effettiva utilità di questa proposta, pur ammettendo di non conoscerne i dettagli”, ha precisato Cozzolino. E ha ribadito: “Non sono contrario a misure che tutelino la sicurezza pubblica, ma mi oppongo a qualsiasi iniziativa che rischi di colpire l’identità religiosa di una comunità”.
“La norma che prevede il divieto di travisamento del volto non fa riferimento al velo integrale – ha ribattuto la deputata di FdI Sara Kelany -. Noi con questa norma chiariamo che il velo integrale non può essere indossato nei luoghi pubblici, scuole e università, perché riteniamo che sia un un problema tanto di sicurezza quanto di mortificazione dell’identità della donna“.
La proposta di FdI arriva in un momento in cui il rapporto tra religione e scuola è nuovamente al centro dell’attenzione pubblica, anche a causa di un episodio avvenuto il 6 ottobre in provincia di Verona. Quattro studenti tredicenni di religione islamica si sono tappati le orecchie durante la benedizione della loro scuola a Cerea. La vicenda ha suscitato numerose polemiche. Se il prete, don Nicola Zorzi, ha liquidato il tutto come “una bravata”, il sindaco leghista Marco Franzoni ha parlato di “un gesto grave, irrispettoso e inaccettabile, che offende la nostra comunità e la nostra identità”.
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