La grafia corretta è collutorio, con due l e una sola t. La versione che presenta invece la doppia t, colluttorio, è da considerarsi sbagliata, nonostante compaia non di rado in diverse pubblicità di case farmaceutiche che producono la soluzione pensata per il cavo orale.
Come spesso succede nella lingua italiana, conviene risalire all’origine della parola per comprendere quale sia il giusto modo di scrivere. La parola collutorio deriva infatti dal latino colùtus, con una sola t, che a sua volta discende da collùere, che significa sciacquare.
Bisogna quindi dimenticare la versione con doppia t che, oltre a essere utilizzata erroneamente nella forma scritta, è spesso impiegata nei discorsi orali. Se il parlato è un contesto meno sorvegliato in cui gli errori possono fare più facilmente la loro comparsa, nei testi dobbiamo evitare quanto più possibile di incorrere in sgradevoli scivoloni ortografici.
Ecco alcuni esempi in cui il termine collutorio è usato in maniera corretta.
Esempio 1: Ogni mattina mi sciacquo la bocca con un collutorio antiplacca
Esempio 2: Il mio dentista mi ha consigliato di usare il collutorio antibatterico per almeno un mese
Esempio 3: Il collutorio può servire per rafforzare lo smalto dei denti
Per concludere, nonostante siano numerosi i casi in cui si è portati a raddoppiare una consonante poiché di fatto è ciò che si fa nella pronuncia – pensiamo ad esempio a avallo, esterefatto, collutazione e Machiavelli – bisogna memorizzare il modo di scrivere alcuni termini. Collutorio vuole sempre e solo una t.