La forma corretta della prima, seconda e terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo andare è vada, con una a finale, così come la terza persona plurale è vadano; sono quindi da considerarsi errate le forme con la i: che io vad-i, che tu vad-i, che egli vad-i, che essi vad-ino sono gravi errori grammaticali.

I dubbi sorgono perché in genere i verbi della prima coniugazione hanno il congiuntivo presente in i. Si dice che io sogn-i, che tu cominc-i, che egli incontr-i, che essi am-ino. Si è quindi portati a comportarsi in modo analogo anche con andare e ad utilizzare vadi, vadino soprattutto in contesti poco sorvegliati e nel parlato. Perché questo verbo fa eccezione?

Come spesso succede, è necessario risalire all’origine della parola e studiarne l’etimologia per comprendere alcuni meccanismi linguistici che ci portano a scrivere in un modo e non in un altro. Andare deriva infatti dall’univerbazione dei verbi latini vadere – seconda coniugazione – e ambulare – prima coniugazione. Ed è dal primo, non dal secondo, che discendono le forme di andare che iniziano con vad-.

Visto che il congiuntivo presente ha proprio il tema vad-, che discende da un verbo della seconda coniugazione, anche le desinenze da associare saranno quelle della seconda coniugazione, come accade in che io chiud-a, che tu conosc-a, che egli legg-a, che essi rid-ano. Avremo quindi che io vad-a, che tu vad-a, che egli vad-a, che nessioi vad-ano.

Ora che abbiamo capito il fenomeno linguistico che sta alla base della coniugazione del verbo andare al congiuntivo presente possiamo analizzare alcuni casi in modo da fissare meglio le giuste desinenze.

Esempio 1: Pensa che io vada spesso dall’estetista, ma in realtà mi prendo cura di me con metodi casalinghi

Esempio 2: Mi piacerebbe che tu vada a prendere tua sorella domani

Esempio 3: Credi che Alice vada a casa perché non sta bene?

Esempio 4: Spero che (essi) vadano ad acquistare le pizzette per la festa