La cascata delle Marmore è una cascata situata a circa 7 km da Terni, in Umbria, nell’area della Valnerina, la valle scavata dal fiume Nera. Si tratta di una cascata fra le più famose e alte d’Europa con un dislivello complessivo di 165 metri in tre salti. La cascata è un’attrazione visitata e ammirata da moltissime persone, inserita all’interno dello splendido contesto di un parco naturale. Il suo nome, decisamente particolare, deriva dai sali di carbonato di calcio che si trovano sulle rocce che sono molto simili al marmo bianco.
Le origini della cascata delle Marmore
La cascata delle Marmore ha origini antichissime. Il fiume velino percorre l’altopiano che circonda Rieti e nel corso delle varie ere geologiche ha portato alla formazione di un dislivello fra la conca reatina e quella ternana – che si trovavano alla stessa quota – portando alla nascita del lago Velino, conosciuto anche come Lacus Velinus. Nel 271 a.C., Manio Curio Dentato, console romano, ordinò la costruzione di un canale, ossia il Cavo Curiano, per consentire alle acque stagnanti di defluire verso il salto naturale di Marmore. Da quel punto infatti l’acqua precipitava nel fiume Nera, un affluente del Tevere.
La soluzione al problema però diede origine ad un altro. Durante le piene del Velino infatti l’acqua trasportata dal Nera in grande quantità minacciava Terni, mettendo in pericolo i suoi abitanti. La questione portò a uno scontro fra le città di Terni e di Rieti, arrivando persino nel Senato Romano.
Per secoli però la situazione non cambiò sino a quando, con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, venne realizzata una manutenzione del canale. I lavori portarono a una diminuzione del deflusso delle acque e all’impaludamento della Piana Reatina. Nel 1422, dopo diverse peripezie, venne costruito un nuovo canale per aumentare la portata del fiume. Oltre un secolo dopo, nel 1545, Papa Paolo III ordinò ad Antonio da Sangallo il Giovane di aprire un ulteriore canale, la Cava Paolina, mentre nel 1598, sotto la guida di Papa Clemente VIII venne inaugurata la Cava Clementina, un ponte regolatore che avrebbe consentito il deflusso regolare delle acque.
Nei secoli successivi l’opera provocò vari problemi alla piana sottostante, provocando l’allagamento delle campagne. Nel 1787, l’architetto Andrea Vici su ordine di Papa Pio VI, operò sui balzi della cascata, conferendole l’aspetto che ha oggi.
La leggenda della cascata delle Marmore
Le origini della cascata delle Marmore sono legate a un’antica leggenda fra dei, vendette e un grande amore. Una ninfa di nome Nera, creatura fatata che abitava quei luoghi, si innamorò di Velino, un giovane pastore. II due, nonostante fossero molto innamorati, venivano da due mondi differenti e lontani. Giunone, infuriata per la loro unione clandestina, decise di punirli. Trasformò la ninfa Nera in un fiume poiché aveva trasgredito alle regole, amando un umano. Velino, disperato, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore, convinto che Nera stesse affogando nelle acque. Giove, colpito dal suo coraggio, lo trasformò in acqua, salvandolo dalla morte. Velino in questo modo riuscì a ricongiungersi alla sua amata Nera con cui sarebbe rimasto per l’eternità.