Ti sei mai chiesto perché ogni nave della Marina abbia non solo un nome, ma anche un motto?
Una nave, è vero, è un importante mezzo di trasporto che collega i continenti attraverso le acque, e in antichità soprattutto rappresentava l’unico mezzo di trasporto per raggiungere alcune destinazioni lontane e importanti. Tuttavia, per il marinaio che la governa, la nave non sarà mai solo e soltanto un semplice mezzo di trasporto. Nel rapporto tra marinaio e nave c’è un qualcosa di speciale, un legame indissolubile come una vecchia amicizia.
Un simbolo d’appartenenza
Sì, una nave è una nave, ma con il tempo, le esperienze e le storie di vita, per chi ci vive sopra per tanti mesi questa "semplice" nave diviene qualcosa di più. Il mare e l’oceano possono essere imprevedibili e insidiosi, ma una nave ben governata può rivelarsi talvolta l’unico appiglio di sicurezza in un elemento che, per natura umana, non è del tutto nostro. Ecco che la nave passa da semplice strumento di locomozione a un autentico membro dell’equipaggio, quasi, con la sua personalità, i suoi capricci e la sua storia vissuta.
Dunque, perché le navi della Marina Militare hanno un motto? In tempi lontani, in Italia, nacque l’esigenza e la volontà di accompagnare il nome della nave con una frase. La frase doveva essere breve, addirittura lapidaria, poetica e spesso in latino. La frase, il motto, spesso proveniva da opere classiche, come quelle di Cicerone, Dante, d’Annunzio o dagli eroi risorgimentali. Ciò, era perfettamente in linea con le tradizioni italiane, dove ogni casata sfoggiava frasi criptiche e misteriose dai significati molteplici. Insomma, non solo uno stemma e un motto araldico per le casate e le città. Anche le navi meritavano un simile trattamento, un messaggio edificante e ispirante che caratterizzasse queste dimore sull’acqua capaci di fare la differenza e cambiare il mondo.
Era il comandante a scegliere il motto della sua nave, così da inviare un messaggio edificante al suo equipaggio, che a quel punto sarebbe stato pronto a seguirlo in capo al mondo. La consuetudine dei motti piacque talmente tanto che cominciò a diffondersi a macchia d’olio, divenendo perfino una regola. Negli anni ’30, ogni unità da guerra navale italiana aveva il suo motto. E non mancano esempi internazionali di marine straniere che usano il sistema dei motti per le loro imbarcazioni.
I motti delle navi italiane
Prendiamo alcuni esempi di motti delle navi della marina italiana, così da farvi capire in cosa essi consistessero:
- Torpediniera Solferino: "Osare"
- Sommergibile Sirena, "E gurgite dominans" (Dai gorghi emergo dominante)
- Sommergibile Salpa, "Sub aquis latens prodigia ausurum" (nascosto sotto le onde, ma pronto a imprese prodigiose). Curiosità: nel ’41 è stato affondato.
- Sommergibile Delfino "Subsum sed superis", (sto sotto, ma offendo chi sta sopra)
- Ariete torpediniere Puglia "Morte sfidando morte dissemino"
- Cacciatorpediniere Tigre "Unguibus et facibus" (con gli artigli e con i denti)
- Cacciatorpediniere Ostro "Allo sbaraglio"
- Sommergibile Bragadin "Fino all’estremo"
- Nave Orsa "Fortitudine Fortior"