Chi legge la sua rivista patinata preferita o si informa sulla vita delle star è probabilmente un appassionato di gossip. Questa parola ha tante forme e tanti aspetti: c’è chi legge giornali, c’è chi telefona all’amico per sapere le ultime novità su un cantante, attore, musicista o magari un conoscente in comune. Il gossip soddisfa l’innata e irresistibile esigenza delle persone di curiosare nella vita degli altri, specialmente se sono famosi – ma non solo. L’importante è conoscerli.
Insomma, il gossip prima o poi, in qualche forma, colpisce tutti quanti. Ma perché il pettegolezzo si chiama così? Perché si usa proprio la parola gossip?
Due parole sul gossip
Il termine gossip al giorno d’oggi non indica solo tutte le curiosità elargite al pubblico in merito alla vita privata delle star, ma si usa anche per il pettegolezzo in generale, ovvero l’arte di curiosare negli affari altrui per scoprire qualcosa di più o meno interessante senza farsi scoprire.
La parola gossip è anglosassone e deriva da "god-sib" ovvero "madrina". Dal Seicento in poi l’accezione è cambiata e si è trasformata in "chiacchiera sulla vita privata della gente", indicando soprattutto quelle donne avvezze al pettegolezzo proverbialmente dette "zabette", "comari" o "pettegole". L’esperto di comunicazione francese Jean-Noel Kapferer afferma che lo spostamento di senso dipende dal fatto che lo stretto legame affettivo con la madrina dei propri figli spesso presupponeva una confidenza eccessiva.
Ciononostante, il tentativo di scovare l’origine della parola "gossip" non spiega scientificamente perché il termine abbia acquisito un significato negativo. La ragione potrebbe risiedere nella solidarietà femminile, nata in un tempo in cui la donna era del tutto estromessa dalla vita pubblica.
Spettegolare dunque unicamente fra loro era il chiaro segno di una reazione al predominio maschile, un modo per ritagliarsi uno spazio in cui l’opinione femminile avesse valore. Una curiosità: il verbo inglese to gossip significa "spettegolare" ed è apparso per la prima volta in un testo del celebre William Shakespeare. Ecco perché fino a qualche anno fa il pettegolezzo era puramente femminile, e mai appannaggio degli uomini.
Oggi, naturalmente, il concetto è molto più libero e aperto, e tutti possono indulgere nel piacere proibito di farsi gli affari altrui per il puro gusto del pettegolezzo.
Antropologia del gossip
C’è a chi piace e c’è chi mente. Ovviamente l’inclinazione al gossip varia molto di soggetto in soggetto, ma è risaputo che tutte le culture ne hanno adottata una forma. Ogni gruppo sociale fa pettegolezzo: i beduini, i nativi americani… Tutti! Esso non ha solo una funzione impertinente e intrusiva, ma originariamente era un modo un po’ approssimativo per esercitare la sanzione da parte dell’opinione pubblica.
Eri oggetto di pettegolezzo, in pratica, perché stavi facendo qualcosa che esulava dai confini del gruppo o andava oltre a ciò che era ammissibile in una determinata comunità. Insomma, il gossip era la voce "moralizzante" dell’opinione pubblica, potente e discriminatoria quando utilizzata in modo sbagliato. Oggigiorno il pettegolezzo ha come sinonimo la maldicenza, ma nella sua forma originaria non aveva necessariamente cattive intenzioni. Nel dubbio, meglio non spettegolare per non offendere nessuno!