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Perché si dice sbolognare?

Perché si dice sbolognare? L'origine di un modo di dire molto famoso e diffuso che ha uno stretto legame con la città di Bologna.

"Sbolognare" è un termine curioso che viene utilizzato in particolare al Nord ed è entrato a far parte, con il tempo, del parlare comune. Usiamo questa parola, ad esempio, quando vogliamo allontanare qualcosa che ci infastidisce o sbarazzarcene. Questa espressione svela abitudini e costumi del passato in Italia e ci riporta all’epoca medievale.

Perché si dice sbolognare

Il termine sbolognare, come spiega bene l’enciclopedia Treccani, è una "voce di origine furbesca derivata probabilmente da Bologna". Il suo significato? Dare via o spacciare delle monete false. Viene usato, per estensione, anche come sinonimo di "dare via un oggetto di nessun valore o utilità, o di pessimo gusto, ricavandone o no un compenso" oppure per indicare "mandare via o togliersi di torno una persona non gradita, specialmente un dipendente o un familiare". Con la parola "sbolognarsela" si indica invece la volontà di svignarsela e darsela a gambe.

"Sbolognare" dunque ha un legame molto forte con la città di Bologna, nonostante ciò all’origine vi sono diverse interpretazioni. Nella forma "bolognare" era utilizzata sin dall’Ottocento come un sinonimo di "imbrogliare". Il riferimento era al "bolognino", un’antichissima moneta bolognese che continuava a circolare nonostante fosse andata fuori corso. Veniva data o, meglio ancora, si "sbolognava" ai contadini oppure ai forestieri. Il termine "bolognare" dunque veniva inteso inizialmente come "pagare" e poi come "vendere con furbizia". La "s" venne poi aggiunta successivamente con funzione derivativa. Il legame con il capoluogo dell’Emilia Romagna sarebbe dato anche dal florido commercio di oggetti di oro di bassa lega o falso nel passato. Secondo gli esperti nella Bologna medievale venivano realizzate le migliori monete false del Nord Italia. Le monete d’argento venivano infatti ricoperte con delle leghe di rame, zinco, stagno, molto simili all’oro. Con il tempo il significato del termine sarebbe cambiato, passando da "imbrogliare" a "dare via qualcosa di poco valore e inutile". Non a caso fra i motti popolari di Bologna c’è: "Oro di Bologna, rosso dalla vergogna".

I modi di dire bolognesi più famosi

"Sbolognare" non è l’unico modo di dire legato alla città di Bologna. Troviamo anche tanti proverbi e frasi che vengono utilizzate nella vita di tutti i giorni. Fra le più famose: "L é méi un bèl taŝair che un bèl parlèr", ossia: "È meglio un bel parlare che un bel tacere". Una frase che si rivolge a chi ostenta le proprie conoscenze, ma viene sempre smentito. "I fiû di gât i ciâpn i póndg"
("I figli dei gatti acchiappano i topi") si usa per descrivere un comportamento sbagliato da parte di parenti. "Secånnd al frè a si fà al capózz", ovvero "A seconda del frate, gli si fa il cappuccio", ha un significato duplice. Indica che è necessario imparare ad adattarsi agli eventi, ma fa riferimento anche a un affare pubblico con un conflitto di interesse. "Soccia" è infine un intercalare molto usato che ha diversi significati, ma solitamente esprime meraviglia e sorpresa. "Soccia che storia!", esclamerà un bolognese a cui è stata appena raccontata una storia particolare oppure "sorbole", per dare ancora più forza alla sua esclamazione.

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