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Perché si usa il termine virale?

Perché si usa il termine virale, cosa significa nell'epoca dei social network e quali caratteristiche deve possedere.

Con il termine virale nell’epoca dei social network si intende un contenuto (spesso video) che si diffonde facilmente e in modo capillare, dando il più delle volte il via a un dibattito o a una nuova tendenza. La parola "virale" deriva dalla medicina, ma negli ultimi anni ha invaso il mondo del web.

Perché si usa il termine virale

L’aggettivo virale venne introdotto nel 1961 come termine specialistico di biologia e medicina con un significato che lo legava ai virus. Nel 2005 la parola ha iniziato ad essere utilizzata in relazione a una informazione che si propaga molto velocemente grazie ai nuovi media. In seguito la Treccani e lo Zingarelli hanno inserito "virale" fra gli aggettivi, definendolo come un neologimo per indicare qualcosa "che si diffonde in modo particolarmente veloce e capillare, specialmente utilizzando i nuovi mezzi di comunicazione" o "che tende a diffondersi capillarmente".

"Virale" deriva da "virus" perché il messaggio viene trasmesso velocemente, passando da una persona all’altra, proprio come accade per un normale virus. Ciò che rende virale un particolare contenuto è il grado di coinvolgimento che possiede e la capacità di conquistare le comunità virtuali. Inoltre è gratuito e si trasmette facilmente. Il contenuto virale può avere differenti forme, dal video ai giochi online, passando per le foto, messaggi postati su Facebook o Instagram, e software. Se i contenuti vengono giudicati di tendenza, scherzosi e interessanti vengono condivisi dagli utenti, copiati e linkati sulle bacheche online. La viralità è divenuta nell’epoca dei social così importante che è stata ideata una branca, il marketing virale. Consiste nel creare contenuti, messaggi e programmi che vengono trasmessi da personaggi dal grandissimo impatto sociale per diffonderli al meglio.

Come realizzare un video virale

Un contenuto virale può consentire di raggiungere la notorietà sui social (e monetizzare). Ma come si crea, ad esempio, un video virale? Per prima cosa la clip deve sorprendere ed essere inaspettata per chi la guarda. Basti pensare a un gatto che suona uno strumento oppure a un cane che fa una cosa buffissima e incredibile. Se il contenuto del video è fondamentale perché diventi virale, anche chi lo guarderà è un aspetto chiave. In particolare la viralità è legata ai "taste makers", coloro che sono in grado di scovare i talenti del web e di metterli in risalto. Sono persone che hanno un vasto pubblico a disposizione e seguaci che possono amplificare i loro messaggi.

Il terzo segreto è la partecipazione degli altri utenti. Il più delle volte infatti un video diventa virale perché nessuno sa chi sia il creatore e qualcuno ne realizza una parodia o lo personalizza. In questo modo si crea un vero e proprio filone che conduce alla clip originale. Fra i video virali per esempio troviamo l’esperimento in cui viene messa una caramella Mentos in una bottiglia di Coca Cola con un risultato molto particolare. Che dire invece della clip con protagonista l’avvocato Ron Ponton che durante una sessione del tribunale online appare come un gatto per via di un filtro.

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