I pronomi relativi: cosa sono e quali sono in grammatica
I pronomi relativi sono elementi fondamentali nella lingua italiana, utilizzati per collegare frasi e idee all’interno di una stessa struttura sintattica. Servono a riferirsi a un nome o a un pronome menzionato precedentemente nella frase, noto come antecedente, e a introdurre una proposizione relativa che fornisce ulteriori informazioni su tale antecedente.
Questi pronomi sono essenziali per costruire frasi complesse e articolate, in quanto permettono di esprimere concetti in modo più dettagliato e fluido. Tra i pronomi relativi più comuni in italiano troviamo “che”, “cui”, “il quale” (e le sue variazioni di genere e numero), ciascuno con le sue specifiche funzioni e usi. Ad esempio, “che” è un pronome relativo molto versatile, usato per riferirsi sia a persone sia a cose, come in “La torta che ho mangiato era deliziosa”.
L’uso dei pronomi relativi consente di evitare ripetizioni eccessive e di creare frasi più scorrevoli, arricchendo il discorso con informazioni aggiuntive che specificano o chiariscono il soggetto di cui si parla. Per esempio, nella frase “L’uomo cui ho parlato è il mio insegnante”, il pronome “cui” collega la persona di cui si parla (“l’uomo”) con la specificazione della sua identità (“il mio insegnante”).
Vediamo insieme quali sono nello specifico!
- Il pronome relativo "il quale"
- Il pronome relativo "che"
- Il pronome relativo "cui"
- I pronomi relativi doppi "chi" e "quanto"
Il pronome relativo “il quale”
Il quale è un pronome relativo variabile nel genere e nel numero (i quali, la quale, le quali) che si può usare sia come soggetto, sia come complemento, diretto o indiretto che sia.
“Il maestro ci ha consigliato diversi libri da leggere, i quali si trovano in biblioteca”: in questa frase il pronome relativo maschile plurale i quali ha la funzione di soggetto, ma spesso in casi simili si preferisce usare che;
“La torta, la quale ha preparato la nonna, è buonissima”: in questo caso il pronome relativo femminile singolare funge da complemento oggetto, ma la costruzione della frase risulta inutilmente complicata e, soprattutto in contesti non formali, è decisamente meglio usare che;
“Il ragazzo del quale ti ho parlato si chiama Aldo”: è proprio questo il caso in cui si usa più spesso il pronome variabile il quale, quando svolge la funzione di complemento indiretto preceduto da una preposizione.
In alcuni casi la scelta della forma variabile è addirittura fondamentale per farci capire in modo inequivocabile a chi o a cosa si riferisce il pronome relativo. Nella frase “Ho visto la mamma di Matteo, di cui sono amica da tanti anni” il pronome invariabile cui non è in grado di dirci chiaramente se chi parla è amico di Matteo o della sua mamma; se invece dico “Ho visto la mamma di Matteo, della quale sono amica da tanti anni”, la frase non genera alcun dubbio a proposito del senso.
Il pronome relativo “che”
Il pronome relativo più utilizzato è l’invariabile che.
Si può usare in funzione di soggetto o di complemento oggetto al posto delle forme variabili il quale, i quali, la quale, le quali.
Esempi:
- La mia amica che è tornata ieri dall’Olanda si chiama Giovanna (che soggetto).
- I libri che ci ha consigliato la maestra erano proprio belli (che oggetto).
Che si usa al maschile, al femminile, al singolare e al plurale: i verbi e gli aggettivi della frase si concordano quindi con il cosiddetto antecedente del pronome relativo, ossia il nome a cui si riferisce (nelle frasi sopra amica e libri).
In alcuni casi l’antecedente può essere un pronome (dico quello che penso) oppure un’intera frase, che vuole dopo di sé il pronome relativo preceduto dall’articolo il con il significato di “e questo” (Il treno è in forte ritardo, il che è un bel problema).
Attento a non fare confusione con la congiunzione che. Per non sbagliare prova sempre a sostituire che con il quale, i quali, la quale, le quali: se la sostituzione è possibile si tratta del pronome relativo (Ho sentito Paolo che/il quale mi ha raccontato un po’ di novità), altrimenti di che congiunzione (Ho sentito che Paolo ha cambiato lavoro).
Il pronome relativo “cui”
Quando si usa il pronome relativo cui?
Che è la forma invariabile che funge da soggetto e da complemento oggetto
Cui si usa per i complementi indiretti.
Può essere preceduto da una preposizione (Ti presento Alessandro, di cui ti ho parlato tanto. La palestra in cui gioco a basket è lontana da casa mia. Gli amici con cui mi trovo al pomeriggio sono i miei compagni di classe…) oppure, più raramente, seguire direttamente il nome al quale si riferisce omettendo la preposizione a (Elena, cui spetta il merito di questo progetto, è stata davvero brava).
I pronomi relativi doppi “chi” e “quanto”
Cosa sono i pronomi doppi? I pronomi doppi sono quelli che racchiudono in sé le funzioni di due pronomi dove il primo (dimostrativo o indefinito) funge da antecedente del secondo (relativo):
- chi: pronome invariabile che può essere usato al posto delle forme colui che, colei che, coloro che;
- quanto: pronome variabile (quanti, quanta, quante) che sta per quello che, ciò che.
Esempi:
- Chi (colui che) dorme non piglia pesci.
- Per quanto (quello che) mi riguarda, sono soddisfatto.
Chi si può usare soltanto al singolare e, quando ha funzione di complemento indiretto, bisogna che il complemento sia lo stesso nella frase reggente e in quella relativa.