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Seneca, vita e opere del filosofo latino

Filosofo, politico, oratore, drammaturgo: pochi intellettuali sono stati decisivi per la cultura occidentale dei secoli a seguire come Lucio Anneo Seneca. Scopriamo perché

Paolo Marcacci

Paolo Marcacci

INSEGNANTE DI LETTERE, GIORNALISTA PUBBLICISTA, SPEAKER RADIOFONICO, OPINIONISTA TELEVISIVO

Ho trasformato in professione quelle che erano le mie passioni, sin dagli anni delle elementari. Dormivo con l'antologia sul comodino e le riviste sportive sotto il letto. L'una mi è servita per diventare una firma delle altre. Per questo, mi sembra di non aver lavorato un solo giorno in vita mia.

Cenni biografici

Lucio Anneo Seneca viene alla luce in Spagna, a Cordoba, il 21 maggio del dell’anno 4 a.C. La città, all’epoca, era una delle più grandi colonie romane al di fuori del territorio italico. L’anno di nascita è altamente probabile, anche se alcuni studiosi lo datano tra l’1 a.C. e il 3 a.C.
Il padre del filosofo, Seneca il Vecchio, fa parte dell’ordine equestre e scrive alcuni libri di “Controversiae” e di “Suasoriae”, dopo essersi appassionato al culto della retorica.

Formazione

Di salute cagionevole, il giovane Seneca riceve a Roma una preparazione nell’ambito della retorica e della letteratura molto approfondita; la sua più spiccata vocazione culturale si estrinseca però nell’ambito filosofico. In questo senso, sua guida principale è il maestro Quinto Sestio, che è per Seneca un prototipo di moralità, votato alla ricerca costante del miglioramento attraverso la nuova pratica dell’esame di coscienza e del controllo delle proprie passioni.
Altri maestri importanti per lui sono Attalo, che lo introduce ai principi dello stoicismo, e Sozione di Alessandria, grazie al quale Seneca approfondisce le teorie neopotagoriche.

Stato di salute e formazione politica

Più o meno attorno al 30 d.C., a causa di alcuni problemi di salute Seneca si reca in Egitto. Questo lo aiuta ad arricchire e ampliare le sue conoscenze in ambito politico e religioso.
Una volta tornato a Roma, Seneca avvia l’attività forense e frequenta anche la scena politica: questo lo porta alla nomina di questore ed entra così tra i componenti del Senato.

I conflitti con il potere imperiale, la condanna e la morte

Con l’attività politica, Seneca consolida la fama di oratore, al punto tale da suscitare l’invidia dell’imperatore Caligola, che nel 39 d.C. arriva addirittura a organizzare una congiura per ucciderlo, anche perché indispettito dalla concezione politica di Seneca, incentrata sul rispetto delle libertà civili. Una delle amanti dell’Imperatore lo salva.
Dopo Caligola, anche l’imperatore Claudio si mostra ostile a Seneca e nel 41 d.C. lo condanna all’esilio in Corsica, dove il filosofo rimane fino al 49 d.C., quando Agrippina riesce a ottenerne il rientro a Roma nominandolo come tutore del figlio Nerone.
Sarà Seneca a guidare l’ascesa al soglio imperiale dell’inesperto Nerone, accompagnandolo nel suo “periodo del buon governo”, ossia i primi cinque anni del principato. Poco tempo dopo, però, il rapporto tra Seneca e Nerone si deteriora e il filosofo decide di abbandonare il suo incarico ritirandosi definitivamente a vita privata. Da quel momento in poi Seneca si dedica anima e corpo ai suoi studi. Però non si spegne l’ostilità di Nerone, il quale dopo aver ucciso la sua stessa madre Agrippina nel 59 d.C. pretende anche la morte del filosofo: accusato ingiustamente di aver preso parte alla congiura dei Pisoni, Seneca viene costretto a togliersi la vita.
L’atteggiamento di Seneca nei confronti della condanna e della morte è di serena accettazione, secondo i precetti dello Stoicismo. Decide di tagliarsi senza esitazione le vene, ma a causa del non perfetto stato di salute, il sangue defluisce con difficoltà. Deve per questo ricorrere alla cicuta, lo stesso veleno usato anche da Socrate. L’emorragia causata è molto lenta e non permette a Seneca nemmeno di deglutire; come racconta Tacito, il filosofo sceglie di immergersi in una vasca di acqua calda per favorire la perdita di sangue. La morte arriva in questo modo lenta e dolorosa, per soffocamento in ultimo, nel 65 d.C. a Roma, quando Seneca è arrivato all’età di sessant’anni.

Seneca nella cultura occidentale

Seneca è stato attivo in moltissimi campi, a partire dalla vita pubblica e politica; è stato senatore e questore, contribuendo a riformare il sistema e ricoprendo più di una volta ruoli decisivi nell’agone
politico romano. Il suo pensiero influenza in maniera molto profonda lo stoicismo dell’epoca seguente.
Seneca fu un autore particolarmente prolifico e versatile, autore di opere filosofiche, politiche, scientifiche e di tragedie.

Le opere filosofiche

Tra le opere filosofiche di Seneca troviamo 12 libri di dialoghi (“Dialoghi”) e 124 lettere distribuite in 20 libri (“Epistulae morales ad Lucilium”).
Per Seneca la filosofia è uno strumento che serve per raggiungere l’autocontrollo e il dominio di sé.
Seneca è un vero è proprio precursore dell’esistenzialismo moderno che affronta tematiche attuali come noia, relatività del tempo e affrontamento della morte. In tutte le sue opere l’etica prevale sull’estetica e ciò viene testimoniato dallo stile di Seneca, fondato sulla “sententia”, l’uso della struttura paratattica e uno stile particolarmente vicino al parlato.

Opere politiche e scientifiche

I più famosi scritti a tema politico di Seneca sono “De clementia”, “De beneficiis”, “Apokolokyntosis”, mentre la più famosa opera scientifica è “Naturales quaestiones”.

Le tragedie

In tutto sono arrivate a noi nove tragedie di Seneca: le “cothurnatae”, tragedie a tema mitologico.
Le tragedie di Seneca sono tutte costruite sull’amplificatio, per cui risultano a tinte forti, molto espressive, iperboliche ed esaltanti del macabro.

Aforismi e motti celebri

“Mi chiedi qual è stato il mio progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso.”

“Impara a piacere a te stesso. Quello che pensi tu di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te.”

“Non è libero chi è schiavo del proprio corpo.”

“È ingrato chi nega il beneficio ricevuto;
ingrato chi lo dissimula;
più ingrato chi non lo restituisce;
il più ingrato di tutti chi lo dimentica.”

“Il maggior ostacolo del vivere è l’attesa, che dipende dal domani ma spreca l’oggi.”

“Spesso nel giudicare una cosa ci lasciamo trascinare più dall’opinione che non dalla vera sostanza della cosa stessa.”

“Molto potente è chi ha se stesso in proprio potere.”

“Nessun bene senza un compagno ci dà gioia.”

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”

“Non abbiate paura del dolore, o finirà o vi finirà.”