La forma corretta è appropriato, con la consonante obbligatoria r tra la p e la i. Il termine deriva infatti dal latino proprius che significa proprio, a sua volta estratto dalla locuzione ablativa pro privo – a titolo privato – considerata come forma unica.
Ne consegue che tutti i termini che hanno la stessa origine si scrivano con la r: la forma plurale del pronome possessivo, sia maschile che femminile, propri e proprie, il verbo inappropriato, il sostantivo propriocezione, l’aggettivo improprio, l’avverbio propriamente e così via.
La versione senza r è quindi da considerarsi scorretta nonostante sia frequente nella lingua popolare o nei dialettismi di particolari regioni. Un buon metodo per ricordarsi che la grafia da adottare è appropriato è quello di fissare alcuni esempi in cui il termine viene contestualizzato e scritto nel giusto modo.
Esempio 1: Ciascuno è responsabile del proprio carico
Esempio 2: Il nome proprio è una parte del discorso che si differenzia dal nome comune
Esempio 3: Gianni è proprio bello
Esempio 4: Avranno i propri motivi per agire in questo modo
Esempio 5: Sembra una vera e propria congiura contro di noi
Esempio 6: Mi hai proprio stancato con il tuo comportamento
Dopo questa spiegazione sarà più facile ricordare che proprio e derivati si scrivono sempre con la r.