La versione corretta è ciliegie. Per non sbagliare più bisogna capire una semplice regola: le parole che terminano con vocale seguita da -cia o -gia fanno il plurale con -cie e -gie, i termini che finiscono con consonante seguita da -cia e -gia hanno la forma plurale in -ce e -ge. Vediamola in modo più approfondito per fissarla definitivamente.
Singolare: vocale + cia/gia -> Plurale: vocale + cie/gie
Tutti i sostantivi che terminano con le sillabe -cia o -gia non accentate mantengono la i anche nella versione plurale, ma solo nel caso in cui tali particelle siano precedute da vocale. Questi nomi termineranno quindi con -cie e -gie.
Esempio 1: Acacia/acacie
Esempio 2: Camicia/camicie
Esempio 3: Valigia/valigie
Esempio 4: Ciliegia/ciliegie
Singolare: consonante + cia/gia -> Plurale: consonante + ce/ge
Per contro, quando le particelle -cia e -gia non accentate sono precedute da consonante il loro plurale non vuole la i tra la c o la g e l’ultima a, ma semplicemente la e. In questi casi la i viene cancellata e rimangono -ce e –ge.
Esempio 1: Bilancia/bilance
Esempio 2: Borraccia/borracce
Esempio 3: Bolgia/bolge
Esempio 4: Pioggia/piogge
Sottolineiamo però che le particelle -cia e -gia non devono essere accentate altrimenti la regola non vale: in questi casi, cadendo l’intonazione proprio sulla i, questa rimane anche nel plurale.
Esempio: Allergìa/allergìe
Fissiamo la regola
Vediamo altri due esempi per memorizzare bene la regola. Il sostantivo fiducia termina con la paricella -cia preceduta da vocale. Va da sé che il plurale manterrà la i e sarà fiducie.
Il nome pancia, invece, ha il gruppo -cia preceduto da consonante, motivo per cui il plurale sarà pance, senza nessuna i tra la n e la c.
Ormai non ci sono scuse: con un po’ di pratica per memorizzare la corretta norma grammaticale e qualche esempio è impossibile sbagliare ancora.