La grafia corretta è dorato, attaccato e senza apostrofo. Il termine dorato, participio passato del verbo dorare – a sua volta derivato dal latino deauratus –, si riferisce a qualcosa ricoperto di un sottile strato di oro oppure dal colore simile all’oro, nel linguaggio di cucina un cibo che è passato nell’uovo per esaltarne il colore durante la cottura. Da non trascurare nemmeno l’uso figurato che identifica un luogo in sé triste ma reso confortevole per le condizioni di vita offerte.
Si tratta quindi di un aggettivo che assume ben quattro significati diversi a seconda del contesto in cui viene inserito. Perché dovremmo quindi pensare che la grafia corretta sia quella con l’apostrofo, ossia d’orato? Il dubbio sorge perché si pensa all’espressione d’oro, che identifica invece un oggetto fatto di oro, ben altra cosa rispetto a un oggetto semplicemente ricoperto del pregiato materiale.
La spiegazione data dovrebbe essere sufficiente e servire a non sbagliare più, ma preferiamo elencare una serie di esempi che chiariscano ulteriormente la corretta ortografia: dorato si scrive senza apostrofo e in un’unica parola
Esempio 1: Nel museo ho visto molti manoscritti con i dorsi dorati
Esempio 2: I capelli di Bianca sono una cascata di riccioli dorati
Esempio 3: Viveva in una gabbia dorata
Esempio 4: Per il fidanzamento mi ha regalato un anello d’oro bianco
Esempio 5: Era un bracciale dorato, ma non aveva alcun valore: si trattava di semplice bigiotteria
Scopri anche se si scrive d’avanti o davanti e d’appertutto o dappertutto.