La grafia corretta è davanti, tutto attaccato e senza apostrofo. La forma d’avanti è da considerarsi un errore nonostante venisse utilizzata in passato. Cerchiamo di capire perché.
L’avverbio davanti nasce dall’univerbazione della preposizione di e dell’aggettivo – avverbio o sostantivo – avanti. Univerbazione che in questo caso si verifica con troncamento del primo termine, ossia con la caduta dell’ultima lettera a fine parola, apocope che non richiede quasi mai un apostrofo. Insomma, si produce lo stesso fenomeno linguistico che vediamo in qualora, talvolta e talora.
Il dubbio sulla corretta grafia di davanti sorge poiché in alcune situazioni la nostra lingua non ammette il troncamento bensì l’elisione, fenomeno simile che prevede però sempre l’uso dell’apostrofo e che si verifica solo quando il secondo termine inizia con una vocale. Visto che in italiano esistono parole come poc’anzi, quant’altro o senz’altro – con elisione appunto – è lecito pensare alla stessa grafia anche per d’avanti, che risulta però essere sbagliata.
Esempio 1: Aveva parcheggiato l’auto davanti (avverbio, innanzi)
Esempio 2: Davanti a casa tua ci sono degli alberi secolari (perifrasi preposizionale, di fronte a, dinnanzi a)
Esempio 3: Potresti entrare dalla parte davanti (aggettivo, collocato sul fronte)
Esempio 4: Il davanti dell’edificio è stato restaurato con cura (sostantivo maschile, facciata)