Incosciente si scrive con la i, mentre la forma che prevede l’uso di -sce- è sbagliata. Deriva infatti da coscienza che, insieme a scienza, è il solo caso dove la particella -scie- vuole anche la vocale i. In tutte le altre situazioni, il gruppo di lettere -sce- non la richiede; in italiano abbiamo infatti vocaboli come scenario, ascesa, mescere, scettico…
Come mai si verificano queste due eccezioni? Innanzitutto notiamo che il vocabolo in-co-scienza deriva dal lemma scienza e che, di conseguenza, le anomalie sopra citate si riducono a una, quella relativa a questa seconda parola. A questo punto dobbiamo capire perché scienza – e quindi incoscienza e incosciente – ha mantenuto la i?
Come spesso accade nella nostra lingua, analizzare il processo etimologico può essere d’aiuto. La parola ha le sue origini nel latino scientia, a sua volta disceso da sciens scientis che era il participio presente di scio scire, ossia sapere. La radice era quindi sci-, fonema rimasto in tutti i termini derivati da scienza. Abbiamo infatti scienziato, fantascienza, scientificamente, scientifico, scientismo, sciente, scientemente, onniscienza, ma anche coscienzioso, cosciente… e ovviamente incosciente.
Risulta quindi chiaro perché l’aggettivo incosciente voglia sempre la i tra la c e la e. Dovrebbe ora essere più difficile sbagliarne la grafia. Nel caso in cui non aveste ancora memorizzato bene la regola potete esercitarvi usando il termine in diversi contesti.
Esempio 1: Mario corre come un matto in moto: è davvero un incosciente
Esempio 2: Sono stati incoscienti a guidare per 14 ore senza fermarsi
Esempio 3: È completamente incosciente: non risponde a nessuno stimolo dopo l’incidente
Esempio 4: Il tuo è un comportamento incosciente: fossi in te rifletterei maggiormente sul da farsi
Esempio 5: Quell’incosciente di tuo cugino è partito senza nemmeno avvertire la madre