La giornata della Memoria: cosa è e perché si festeggia
Nonostante in Italia si commemori fin dal 2000, nel resto del mondo la Giornata della Memoria si celebra dal 2005. Da allora, il 27 gennaio di ogni anno si ricordano le leggi razziali, la persecuzione, la deportazione, la prigionia e lo sterminio delle vittime dell’Olocausto, ma anche coloro che hanno rischiato la vita per proteggere e nascondere gli ebrei da temibili carnefici. La data è stata scelta perché in quel giorno del 1945 i russi, durante l’avanzata verso la Germania nazista, scoprirono il campo di sterminio polacco di Auschwitz – oggi luogo simbolo della Shoah – liberando i pochi detenuti ancora in vita.
Tenere vivo il ricordo di quanto accaduto è fondamentale per evitare il ripetersi della Storia e per abolire la violenza a favore del rispetto per qualsiasi essere umano. Tramandare le storie realmente vissute da chi ha attraversato il periodo più oscuro del secolo scorso e lasciare in eredità le testimonianze dei sopravvissuti ai più giovani è un modo per rendere le nuove generazioni consapevoli dell’orrore compiuto: perché solo attraverso la conoscenza e coscienza si sviluppano valori basati sulla speranza, la fiducia, l’amore e l’accoglienza che spingono ad azioni concrete di pace.
Allo stesso tempo, interrogarsi sul momento in cui introdurre un tema così delicato è fondamentale, così come è importante ragionare sulle modalità con cui farlo. Sicuramente la letteratura per l’infanzia è uno strumento adatto a tale scopo. Esistono diversi titoli degni di nota che rappresentano una tessera capace di ricomporre il mosaico di un passato che si allontana sempre di più ma che, per fortuna, sopravvive grazie alla narrazione. La domanda però rimane: quando iniziare?
Libri sulla Shoah per bambini di 5 anni: come affrontare il tema con i piccolissimi
La Giornata della Memoria è senza dubbio una buona occasione per scoprire alcuni capolavori della letteratura per l’infanzia che affrontano in modo indiretto il tema della Shoah, destinati ai bambini di 5 anni. In questa fase della loro vita i piccoli non hanno ancora le conoscenze e le competenze per comprendere un tema così complesso e allo stesso tempo optare per una estrema semplificazione di quanto successo in passato può portare al travisamento dei fatti realmente accaduti. Per di più, oltre ad evitare il rischio di omettere passaggi fondamentali che portano al tradimento della Storia con la S maiuscola, è bene offrire narrazioni in cui i bimbi non si identifichino con le vittime: mantenere un ambiente protetto, una prospettiva che non li fagociti facendoli sentire oppressi permette di evitare dannosi traumi.
Il 27 gennaio può comunque essere un’opportunità da cogliere anche nei primi anni della scuola primaria. Alcune storie permettono infatti di diffondere, con delicatezza e sensibilità, valori universali quali l’accoglienza, la solidarietà, la giustizia e la ricchezza di un mondo in cui convivono pacificamente etnie, religioni, culture e idee diverse. La vera bellezza sta infatti nella pluralità e nell’unicità di ogni essere umano.
Ecco allora che gli albi illustrati – con il loro straordinario potere di trattare con morbidezza e allo stesso tempo in modo incisivo messaggi altrimenti difficili da tradurre, ideali di cui ogni essere umano dovrebbe essere promotore – mettono in scena narrazioni focalizzate sulla demonizzazione del male in senso lato, sull’incondizionata supremazia dell’amore, sull’importanza del rispetto, sulla ricchezza di essere persone uniche al mondo e per questo preziose. Ai più piccoli possiamo infatti fornire degli spunti di riflessione per affacciarsi al mondo con uno sguardo libero, tollerante, fiducioso e soprattutto giusto.
Iniziamo quindi la nostra rassegna sui libri sulla Shoah per bambini – che proseguirà con un elenco destinato ai 6 anni e uno ai 7 anni, due articoli per gli 8 anni e uno per i 9 anni – in quest’ottica, perché pensiamo che anche a 5 anni determinati messaggi siano efficacemente declinabili. Modificheremo poi la prospettiva e approfondiremo il tema, anche a livello storico, con i titoli proposti per i più grandi. Essendo la scelta del tutto personale, siamo consapevoli del fatto che si tratti di una lista parziale nello sconfinato mondo di romanzi, graphic novel e albi illustrati che trattano questo tema. Ciononostante speriamo il nostro sia un utile supporto per tutti quei genitori, educatori ed insegnanti che intendono affrontare l’argomento con i più piccoli prima e i ragazzi poi.
Sei stato tu!, di Zaza Pinson e Christine Davenier, La Margherita
Iniziamo con un libro da leggere ai bambini di 5 anni in occasione della Giornata della Memoria che fa riflettere su un tema molto attuale: quello dell’accoglienza. Vista la fascia d’età presa in considerazione, i protagonisti sono animali. Siamo in una scuola materna frequentata da volpi, cani, gatti, pecore, maiali, rane, orsi, koala… Nonostante la grande varietà di cuccioli faccia parte della quotidianità, l’arrivo di un piccolo riccio non viene accolta con tranquillità. Ha degli strani aculei e i suoi comportamenti sono diversi da quelli di tutti gli altri. Ecco allora che un avvenimento apparentemente senza significato diventa il pretesto per escluderlo: Cagnetto non trova più la sua merenda; di certo è stato Riccetto a rubare la sua barretta di cioccolato. A questo punto il nuovo arrivato non sta più al gioco e accusa i compagni di essere antipatici, bugiardi, di parlare senza conoscere i fatti, di essere strani. Tale levata di capo dà modo agli altri animali di riflettere sull’accaduto. Chissà che lo spuntino scomparso in realtà non sia stato dimenticato a casa. E chissà se Riccetto mai tornerà a scuola.
Sei stato tu!
Vietato agli elefanti, di Lisa Mantchev, Giunti
Ecco un altro titolo che non tratta direttamente il tema della Shoah ma che può risultare un utile spunto per innescare con i bambini di 5 anni una riflessione sulla diversità e sull’inclusione, come vediamo dalla citazione iniziale: "Di qualunque forma e dimensione sia un cucciolo, è sempre il benvenuto… Proprio come un amico!". La trama è tanto semplice quanto significativa. Un bambino e il suo inseparabile elefante si presentano a una festa, ma sulla porta trovano un cartello che riporta uno spiacevole messaggio: "Vietato agli elefanti". Non essendo ben accetti fanno marcia indietro, tristi: sentirsi esclusi non piace a nessuno. Tuttavia, sulla via del ritorno incontrano tanti altri bimbi e animali esclusi dal party. Perché non scegliere un altro luogo per riunirsi insieme e divertirsi? Certo la tentazione iniziale è quella di non ammettere antipatici seccatori, ma poi il senso di ospitalità ha la meglio e tutti sono i benvenuti, perfino qualche cucciolo intravisto a far baldoria nella casa in cui l’accesso era consentito solo ad alcuni. Le illustrazioni di questo libro ben trasmettono le emozioni provate dai vari personaggi, rendendole palpabili e vibranti.
Il paese degli elenchi, di Cristina Bellemo e Andrea Antinori, TopiPittori
Le immagini sembrano disegnate da un bambino, i colori scelti vivaci e senza sfumature, proprio come quelle dei pennarelli usati dai più piccoli. Questa storia affronta in modo preciso e penetrante l’importanza di essere rispettosi, accoglienti e solidali. Come? Ambientando la narrazione in un paese davvero originale, in cui l’accesso è consentito solo a chi è in possesso di particolari documenti che attestino l’esistenza dei legittimi proprietari. Per essere reali si può ad esempio dimostrare di essere esperti spazzatori di pavimenti, come la signora Evelina, oppure di saper cucinare succulente patate arrostite, come il signor Mario. Un giorno però, nell’ufficio in cui si redigono con impeccabile precisione questi registri arriva inaspettatamente un gruppo di 12 bambini. Come inquadrarli? Le descrizioni dei piccoli sono davvero inconsuete, molto distanti da quelle che potrebbe concepire una mente adulta. Una riflessione sul diritto di cittadinanza che punta sull’umorismo andando però dritta al punto.
Il cavaliere delle stelle. La storia di Giorgio Perlasca, di Luca Cognolato e Silvia Del Francia, Lapis
Questa storia dedicata ai bambini di 5 anni affronta il tema dell’amore inteso come forza suprema capace di inondare con la sua potenza qualsiasi cosa ne sia investita. Il protagonista un bambino, Giorgio, appassionato di draghi e cavalieri impegnati in prodi avventure. Il piccolo vorrebbe tanto incontrare un coraggioso destriero e toccare la sua armatura, ma gli anni passano e non si imbatte in nessun eroe da cui trarre ispirazione. Ciò non accade nemmeno quando va in guerra, anzi: vedendo come sono trattate le persone marchiate con la stella a sei punte capisce che la discordia e i soprusi non fanno per lui. Per questo motivo, una volta nominato "protettore delle stelle" si prodiga per salvaguardare le sorti dei più deboli e metterli al sicuro. Lo fa senza usare alcuna corazza, ma prediligendo una semplice protezione di carta e una spada che non taglia. L’amore è per lui l’unica guida da seguire, l’unico vessillo da mostrare con orgoglio, la "più bella di tutte le avventure". Un albo illustrato che parla di quanto la guerra sia inutile e dannosa, ma soprattutto una narrazione che promuove il coraggio, la benevolenza e la generosità.
Il cavaliere delle stelle. La storia di Giorgio Perlasca
L’orsetto di Fred, di Iris Argman, Gallucci
Questo è il primo e l’unico libro sulla Shoah per bambini di 5 anni che tratta il tema in modo più diretto, adatto al primo anno della scuola primaria. Il punto di vista scelto è quello di un orsetto, che attraverso le sue avventure narra ciò che gli ebrei hanno subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo padrone è Fred Lessing, da cui non si è mai separato: né quando viveva con un padre che suonava il pianoforte e una madre amorevole, né quando fu costretto a nascondersi e a soggiornare presso altre famiglie che non erano la sua, in un’Olanda pervasa dall’odio razziale. È qui nuovamente trattato il tema dell’esclusione, supportato da una storia di amicizia salda tra il bambino e il peluche. Il loro strettissimo legame è stato infatti fondamentale per il piccolo, che è sopravvissuto trasferendosi negli Stati Uniti, dove è invecchiato. Perché ha deciso di separarsi dal compagno di una vita una volta sopraggiunto in America? Per una valida ragione: a seguito di una telefonata giunta dall’altro capo del mondo ha voluto che il suo pupazzo, ormai logoro, diventasse una testimonianza capace di parlare soprattutto ai più giovani. L’orsetto è tutt’oggi conservato al Museo dello Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme. Un albo illustrato con immagini dalle tenui tonalità che narra una storia che in Israele tutti conoscono.
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