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Sistema elettorale italiano: dal proporzionale al Rosatellum

Questo sistema è un mix tra proporzionale e maggioritario: il 37% dei seggi viene assegnato con collegi uninominali (maggioritario), mentre il restante 63% è attribuito con un sistema proporzionale

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Il sistema elettorale italiano ha subito numerosi cambiamenti nel corso della storia repubblicana. Queste modifiche hanno influenzato il funzionamento della democrazia e la formazione dei governi. Dalla nascita della Repubblica nel 1946 fino ad oggi, il meccanismo elettorale ha oscillato tra sistemi proporzionali e maggioritari, con diverse combinazioni tra i due modelli.

Il sistema proporzionale (1946-1993)

Dopo la Seconda guerra mondiale e il referendum istituzionale del 1946, l’Italia adottò un sistema elettorale proporzionale per l’elezione del Parlamento. Questo sistema garantiva una rappresentanza ampia e fedele alla volontà dell’elettorato, permettendo anche ai partiti minori di ottenere seggi. Tuttavia, la frammentazione politica portò spesso a governi instabili, costretti a continue mediazioni tra forze politiche eterogenee.

Uno degli aspetti principali di questo sistema era l’assenza di soglie di sbarramento significative, il che favoriva la presenza in Parlamento di una molteplicità di forze politiche. Questo contribuì a una continua rinegoziazione delle alleanze e a una difficoltà nel garantire esecutivi duraturi. Il sistema proporzionale permise comunque un’elevata rappresentatività, riflettendo fedelmente la diversità dell’elettorato italiano, ma con il prezzo di una forte instabilità.

Il Mattarellum (1993-2005)

Nel 1993, a seguito di un referendum e di un’ondata di richieste di riforma, l’Italia passò a un sistema elettorale misto, conosciuto come “Mattarellum” (dal nome del suo ideatore, Sergio Mattarella). Questo modello combinava un sistema maggioritario uninominale per il 75% dei seggi con un sistema proporzionale per il restante 25%. L’obiettivo era quello di garantire una maggiore governabilità, riducendo la frammentazione politica, ma mantenendo una certa rappresentanza delle minoranze.

Il Porcellum (2005-2015)

Nel 2005 venne introdotto il cosiddetto “Porcellum” (nome derivato da un’espressione critica del suo ideatore, Roberto Calderoli). Questo sistema prevedeva un premio di maggioranza per la coalizione vincente, ma senza soglia minima di voti, il che poteva portare a distorsioni della rappresentanza. Inoltre, le liste bloccate impedivano agli elettori di scegliere direttamente i propri rappresentanti, favorendo le segreterie di partito nella selezione dei parlamentari.

L’Italicum (2015-2017)

Nel 2015 il governo Renzi introdusse l’“Italicum”, pensato inizialmente per la sola Camera dei deputati. Questo sistema prevedeva un premio di maggioranza per la lista che avesse superato il 40% dei voti, oppure un ballottaggio tra le due liste più votate. Tuttavia, la Corte Costituzionale dichiarò alcuni aspetti della legge incostituzionali, portando alla sua revisione.

Il Rosatellum (dal 2017 a oggi)

Nel 2017 venne approvato il “Rosatellum”, attualmente in vigore. Questo sistema è un mix tra proporzionale e maggioritario: il 37% dei seggi viene assegnato con collegi uninominali (maggioritario), mentre il restante 63% è attribuito con un sistema proporzionale. Le liste sono bloccate, ma ogni partito o coalizione deve presentare un candidato comune nei collegi uninominali.

Una delle caratteristiche distintive del Rosatellum è la presenza di soglie di sbarramento: i partiti devono ottenere almeno il 3% a livello nazionale per entrare in Parlamento, mentre le coalizioni devono superare il 10%. Questo sistema è stato pensato per bilanciare rappresentatività e governabilità, sebbene critiche siano state mosse riguardo alla scarsa libertà di scelta degli elettori, costretti a votare liste predefinite. Inoltre, l’assenza di un premio di maggioranza ha portato spesso a risultati elettorali che non garantiscono una netta governabilità, costringendo le forze politiche a lunghe trattative post-elettorali.

Conclusioni

Il sistema elettorale italiano ha cercato nel tempo di bilanciare rappresentanza e governabilità, passando dal proporzionale puro a modelli misti con elementi maggioritari. Tuttavia, ogni riforma ha generato nuovi problemi e dibattiti, dimostrando la complessità di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze della politica e della società. Il Rosatellum, pur essendo l’attuale sistema, potrebbe anch’esso essere oggetto di future modifiche, in un contesto di continuo adattamento delle regole elettorali alle dinamiche politiche del paese.