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Zeus e Ade

Figli di Crono e Rea, rappresentano due lati opposti della mitologia greca: l’uno è il signore del cielo, l’altro regna sugli Inferi. Entrambi giocano ruoli cruciali nel pantheon greco e nella vita degli dei e degli uomini

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Zeus e Ade rappresentano due tra le figure più importanti e influenti della mitologia greca e ne incarnano i due poli opposti, giocando entrambi un ruolo cruciale nel pantheon delle divinità e nelle vicende degli uomini.

Zeus è il potente signore del cielo, capo supremo degli dei, capace di controllare il fulmine e il tuono. È assiso in cima all’Olimpo e da lì governa con saggezza e autorità e simboleggia la forza, la potenza e la giustizia. La sua parola è legge, in cielo come in terra.

Ade è il signore degli inferi ed estende il suo potere a tutto il sottosuolo. Governa sul regno dei morti, dove le anime si recano dopo la vita terrena, con fermezza e rigore, dovendo garantire l’equilibrio tra il mondo dei vivi e l’aldilà.

Figli di Rea e Crono, i due fratelli governeranno i rispettivi regni, talvolta entrando in conflitto tra loro, negli assurdi intrecci proposti dalla mitologia greca, altre volte collaborando o addirittura alleandosi, soprattutto in caso di minacce esterne alla loro autorità. Un’ossessione giustificata dalle origini del loro stesso mito.

Le origini del mito

In principio c’era solo Caos, da cui nacque madre terra Gea e dopo di lei Eros, Tartaro ed Erebo. Gea auto-generò Urano e ne fece il suo compagno, mettendo al mondo, tra gli altri, i dodici Titani. Un sogno però preconizzò ad Urano la perdita del regno per mano della sua prole, così, per il timore di essere spodestato dal dominio dell’Universo, decise di seppellire i figli appena nati nel ventre di Gea. Inorridita e infuriata per la decisione del compagno, madre terra costruì in segreto un falcetto, che nascose nelle proprie viscere, chiedendo ai figli di usarlo per ribellarsi al padre. Fu il più giovane, Crono, l’unico a farsi avanti mettendosi in paziente attesa di Urano, che non tardò ad arrivare per congiungersi alla sua sposa. Così Crono lo immobilizzò e lo evirò con un colpo di falce, mettendolo in fuga.

Iniziò in questo modo la lotta tra i Titani per il governo sulla terra e fu ancora Crono ad imporsi, salendo sul trono. Per consolidare il suo potere sposò Rea, con la quale diede origine a sei figli: Zeus, Poseidone, Ade, Estia, Era e Demetra.

Nonostante l’esperienza personale, Crono nutriva però gli stessi timori del padre riguardo i rischi di perdere il proprio trono per mano dei suoi figli, ma rispetto al padre Urano non coinvolse la moglie Rea, se non per farsi consegnare i neonati, prima di divorarli uno ad uno.

In quanto madre, Rea, come già Gea prima di lei, non poteva sopportare una tale barbarie e decise di salvare almeno l’ultimogenito, Zeus. Così, anziché passare a Crono il piccolo, avvolse un sasso in delle fasce e lasciò che il marito lo ingoiasse.

Zeus così sopravvisse e crebbe custodito in gran segreto dalle ninfe, fino a quando, ormai adulto, fece quello che Crono aveva fatto con Urano: salito in cielo, indusse con l’inganno il padre a sorseggiare una bevanda che gli provocò incontrollabili conati di vomito, liberando i fratelli e le sorelle precedentemente divorati. Tutti insieme, poi, ingaggiarono una lunga guerra con i Titani, sconfiggendoli e ponendo per sempre fine al regno di Crono.

A questo punto, però, si presentava il problema della successione al potere, che avrebbe dovuto essere diviso fra i tre fratelli maschi: Zeus, Ade e Poseidone si affidarono alla sorte, che riservò al primo il regno dei Cieli, al secondo quello degli Inferi ed al terzo quello del Mare, mentre decisero di condividere il dominio sulla Terra. E proprio questa decisione finì per metterli spesso gli uni contro gli altri.

Relazioni pericolose

Il cielo e gli inferi, la luce e l’oscurità, la vita e la morte, Zeus e Ade rappresentano due mondi contrapposti, ma le loro vicende si intrecciano di continuo a quelle degli uomini. E soprattutto delle donne. Intrighi, avventure, rapimenti e tradimenti, i rapporti tra i due fratelli sono spesso stati guastati dalle loro passioni e sfociate in rapporti conflittuali.

Zeus era noto per la sua incontenibile attrazione per le donne e in particolare per le umane. Non si contano le sue relazioni extraconiugali e le innumerevoli scappatelle, quasi sempre generatrici di litigi tra le dee, che reagivano di volta in volta con efferata astuzia e crudeli vendette, e di conseguenze imprevedibili per gli esseri umani coinvolti. Come quando Zeus rapì Europa, trasformandosi in uno splendido toro bianco e dando origine al leggendario re di Creta, Minosse.

Ade, dal canto suo, non era un inguaribile seduttore come il fratello, ma era noto per la sua gelosia e possessività e bramava una compagna con la quale condividere il regno degli inferi. Fu così che ordì il rapimento di Persefone, che diventerà la sua storica consorte. L’episodio fu però particolarmente controverso, perché la giovane era figlia del fratello Zeus, che non si oppose al ratto, e di Demetra, la dea della terra, che invece non la prese affatto bene. Maledisse il mondo, affinché la terra non gli desse più frutti e condannandolo alla carestia, e vagò disperata, fino a quando Zeus non ordinò al fratello di restituire Persefone alla madre. Il dio degli inferi, non potendo opporsi, fece però in modo che la sposa dovesse trascorrere metà anno con lui nel regno dei morti, per propiziare l’autunno e l’inverno, mentre l’altra metà l’avrebbe passata sulla terra, in compagnia della madre, portando la Primavera e l’Estate.

Al di fuori degli amori e delle donne, il rapporto tra Zeus e Ade torna fraterno nei momenti di necessità, come quando lottarono fianco a fianco contro i Titani o quando collaborarono per punire Sisifo, “il più astuto tra gli umani”, che dopo aver mancato di rispetto a Zeus, ebbe l’ardire di ingannare Ade e Persefone e di imprigionare Thanatos.

Conclusioni

Queste e molte altre leggende sono dunque la dimostrazione della complessità delle affascinanti relazioni tra gli dei portanti della mitologia dell’antica Grecia, che con le loro azioni hanno ispirato per secoli poeti, studiosi e artisti, contribuendo a plasmare una parte importante della cultura e della letteratura occidentale.

Il significato simbolico di questi due fondamentali dei è infatti evidente e di una forza tale da aver attraversato lo spazio e il tempo per investire aspetti e questioni fondamentali della vita umana: Zeus è il potere, l’autorità e la giustizia, protegge gli ordini sociali ed i vincoli familiari, ispirando armonia ed equilibrio nella società, mentre Ade rappresenta il mistero della morte e dell’ignoto e la transizione nel ciclo naturale dell’esistenza. Una dualità che offre una panoramica di straordinaria chiarezza sulle forze che governano il mondo e il destino dell’umanità.